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14 settembre 1938

Dopo l'Austria, la Germania vuole i Sudeti. Mussolini mediatore

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14 Settembre 2016 - 04:00

Dopo l'Austria, la Germania vuole i Sudeti. Mussolini mediatore

A Canne dissepolte le tombe delle migliaia di vittime dell'epica vittoria di Annibale sui Romani

Anzitutto, va ricordato che la Cecoslovacchia. è una autentica e paradossale creatura della diplomazia di Versailles, dove, dopo avere demolito la vecchia Austria, si senti il bisogno di crearne una nuova con capitale Praga. II nuovo Stato ebbe così sette milioni circa di cèchi insieme con tre milioni e mezzo di tedeschi, Un milione di magiari, due milioni e mezzo di slovacchi, un forte numero di polacchi e rumeni, senza contare altre aliquote di razze minori, come gli ebrei. Un vero mosaico, come si diceva una volta dell'Impero degli Asburgo. L'insieme di queste minoranze, che hanno di recente costituito un fronte unico, supera la massa numerica dei cèchi. Non si tratta di minoranze marginali di fronte ad una grande maggioranza omogenea: si tratta di minoranze imponenti. per numero con una forte coscienza nazionale, in uno Stato che ha appena vent'anni di vita. In siffatte condizioni, Benes sarebbe stato egregiamente consigliato se avesse accettato integralmente e subito i famosi punti di Carlsbad. Non' lo ha fatto perchè anche egli — come la vecchia Austria, dì cui è il massimo erede — è. sempre in ritardo di un'idea o di un'ora. In questo momento, dopo il" discorso di Hitler, la questione si sposta sul piano concreto del diritto di autodecisione che non può essere negato ai Sudeti, specialmente da coloro che si fecero i banditori di tale diritto. Vi sono ormai due sole soluzioni possibili: la prima è quella di dare al Sudeti la facoltà di disporre del loro destino; l'altra, nel negare questo diritto. Dando ai Sudeti la possibilità di scindersi da Praga, si sceglie la vìa della giustìzia e soprattutto quella della pace; l'altra soluzione è quella del disordine e della guerra. II compito di Runciman deve essere diretto oramai a convincere Benes che la saggezza e la convenienza, consistono nell'accettare la separazione di un arto ormai completamente estraneo alla vita del proprio organismo. O questo o il disordine cronico di una esistenza comune divenuta impossibile, con sbocco finale la guerra. Ma che cosa può sperare la Cecoslovacchia dalla guerra? E dovrebbero milioni di giovani dì ogni nazione dì Europa precipitarsi nella mischia al solo scopo di mantenere la signoria di Praga sulle popolazioni tedesche dei Sudeti? Questi interrogativi hanno in se stessi la risposta. Nei circoli responsabili romani si pensa che i bolscevichi di Oriente e di Occidente possono avere interessi a scatenare una conflagrazione. Ma questo non è l'interesse dell'Europa e del mondo.

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