CALCIO
28 Febbraio 2021 - 07:00
MOSCA — L'Unione Sovietica avrà un vero e proprio presidente, anche se i poteri di questa nuova figura istituzionale, così come la sua elezione ed i tempi per realizzarla, dovranno ancora essere definiti dal congresso dei deputati del popolo, che il leader del Cremlino Mikhail Gorbaciov è riuscito a far convocare dal Soviet supremo per il 12 e 13 marzo prossimo in seduta straordinaria.
Sicuramente un punto a segno per Gorbaciov, che malgrado l'opposizione organizzata dal «gruppo interregionale» dei deputati progressisti, è riuscito ad accelerare i tempi di questa importante riforma istituzionale. E tuttavia non si può parlare di piena vittoria, visto che difficilmente i deputati concederanno al futuro presidente dell'Urss i poteri quasi illimitati che il progetto gorbacioviano prevede.
La battaglia parlamentare, nella seduta di ieri del Soviet supremo, è stata infatti serrata, tanto da innervosire lo stesso Gorbaciov, che nel tirare le somme del dibattito si è scagliato contro i «demagoghi» e gli «strilloni» del «gruppo interregionale», i quali «ancora 3-4 settimane fa gridavano a pieni polmoni a favore del presidente», mentre ora sostengono che «l'introduzione dell'istituto del presidente significa imboccare la strada della dittatura, strozzare la democrazia».
Il dibattito ha visto da una parte i deputati baltici rifiutarsi di «partecipare alla formazione dei nuovi istituti del potere statale», in quanto rappresentanti di repubbliche sovrane che intendono abbandonare l'Urss, e dall'altra l'opposizione dell'ala progressista all'istituzione di un potere presidenziale che non prevede controlli da parte del Parlamento. In base al progetto presentato da Gorbaciov, infatti, il presidente dell'Urss avrà la possibilità di porre il veto alle leggi del Parlamento e anche se questo dovesse approvare per la seconda volta lo stesso atto legislativo, il presidente a sua discrezione può appellarsi ai congresso dei deputati del popolo o indire un referendum popolare. Inoltre, il primo cittadino dell'Urss avrà il comando supremo delle forze armate, potrà dichiarare guerra in caso di attacco esterno e avrà il diritto di proclamare lo stato d'emergenza in qualsiasi regione del Paese, anche contro il parere del Parlamento della repubblica interessata. «Abbiamo bisogno di un Parlamento forte per controbilanciare il potere del presidente», ha detto il deputato progressista Serghei Stankevich: «il presidente che viene proposto oggi è il presidente di uno stato unico, che si rivolgerà alle repubbliche come il presidente statunitense si rivolge agli stati americani. Cioè significa che non avremo più repubbliche sovrane, ma stati sottoposti all'autorità centrale».
Da parte sua Aleksandr Iakovlev, influente membro del Politiburo del Pcus considerato capofila dell'ala progressista del partito, ha difeso il progetto gorbacioviano, affermando che per approfondire la democratizzazione è necessario un forte potere esecutivo centrale.
Critico nei confronti del progetto di riforma istituzionale avanzato da Gorbaciov, Boris Eltsin. «Così com'è, non può essere approvato», ha dichiarato il leader radicale. «Non si capisce che cosa dovrebbe presiedere questa nuova figura — ha aggiunto —: non è stata ancora decisa la struttura statale dell'Urss, non é stato risolto il problema della divisione delle funzioni tra il centro e le repubbliche, come si può dare in questa situazione pieni poteri al presidente?».
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