L'ANALISI
12 Ottobre 2020 - 07:00
Il prof. Alfredo Paolella, 50 anni, due figli, titolare della cattedra di antropologia criminale, è stato barbaramente ucciso nell'autorimessa dove lasciava la propria auto, nello stesso stabile dove abitava - Paolella, ferito alla gola, alla nuca, all'addome, è morto quasi subito - Si era a fondo occupato di droga e della riforma carceraria
NAPOLI, 11. — Il terrorismo rosso continua a colpire. «Prima Linea» ha rivendicato l’assassinio del prof. Alfredo Paolella, amico del magistrato Girolamo Tartaglione, assassinato ieri a Roma dalle Brigate Rosse.
Il commando di terroristi che ha agito era composto di quattro persone, tutte a viso scoperto.
C'è intesa strategica e operativa tra Brigate Rosse e Prima Linea
Per uccidere i magistrati i terroristi si servono di un informatore? - Potrebbe essere un dipendente del Ministero della Giustizia
ROMA, 11. — Dopo sole 24 ore dall'attentato, sono forse giunte ad una svolta le indagini sull'assassinio del magistrato napoletano Girolamo Tartaglione. Secondo alcune «voci» raccolte negli ambienti giudiziari, gli inquirenti, in seguito ad alcune lampanti analogie emerse nelle indagini sulla morte del giudice Palma, sarebbero sulle tracce di un «informatore» all'interno del Ministero di Grazia e Giustizia che puntualmente avrebbe guidato la mano dei terroristi nel colpire l'uomo giusto al momento giusto.
Gli inquirenti cominciano a parlare di collegamento tra questo attentato e l'assassinio del docente universitario a Napoli. In particolare queste ipotesi porterebbero direttamente alla «risoluzione strategica» delle B. R. scritta da Mario Moretti, presunto capo della colonna «Roma».
È probabile infatti che alcuni elementi di «Prima linea» si siano convertiti alla strategia terroristica dei brigatisti. Secondo gli inquirenti «Prima linea» avrebbe conservato le sue proprie caratteristiche, pur aderendo in pieno alla linea di comportamento delle Brigate Rosse. In pratica, elementi di «Prima linea» continuano ad agire sotto questo marchio, comportandosi però come dei veri e propri brigatisti avendone sposato l’ideologia della «Lotta armata contro lo stato».
Un ruolo di primo piano nella coesione dei due gruppi terroristici l’avrebbe sostenuto il brigatista Corrado Alunni, arrestato lo scorso mese a Milano.
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