L'ANALISI
09 Ottobre 2020 - 07:00
La sensazionale scoperta è stata fatta dal giovane liutologo cremonese Arnaldo Baruzzi, residente nella nostra città; la «casa nuziale» di Antonio Stradivari era rimasta sconosciuta fino ad oggi anche ai maggiori studiosi e cultori di storia della liuteria.
La casa di Antonio Stradivari è in corso Garibaldi, segnata con i numeri 55 e 57; nel negozio è attualmente una tintoria. Il fabbricato è compreso in un gruppo di case tra via Goito, un tempo chiamata Contrada della Portazza, e via Oberdan che a quel tempo si chiamava Contrada del Contado. La sua architettura è semplice di una linea lunga e stretta. Sulla facciata a pian terreno si apre la bottega con a fianco una piccola porta mentre al primo piano vi è un davanzale, di costruzione più recente, sul quale si apre una finestra semplice ed una finestra a porta che danno luce ad un unico locale prospiciente la strada. Al piano di sopra si affacciano due finestre sovrastate, a loro volta, da due più piccole che sono quelle della soffitta.
Così si presenta oggi la casa che Stradivari comprò quando, il 4 luglio 1667, il liutaio cremonese, allora giovanissimo, contrasse matrimonio con Francesca Feraboschi, nella Parrocchiale di S. Agata. La casa era allora di proprietà di Francesco Pescaroli. Fu proprio questa singolare circostanza che mise sulla strada di nuove ricerche Arnaldo Baruzzi. Autori eminenti, infatti, avevano concordemente affermato che Stradivari, subito dopo il suo primo matrimonio, si era messo «a pigione in una casetta presso la Prepositura di S. Agata»; era andato, infatti, ad abitare nella «casa detta del Pescaroli» che in una pubblicazione straniera, come ci ha confermato il Baruzzi, era diventata «la casa del pescatore».
Dove sorgeva esattamente questa abitazione? Come era? Esisteva ancora con le stesse caratteristiche di allora? Erano tutte domande che assillavano il Baruzzi e che rimasero per molto tempo senza risposta, finché nel 1954 venne l'occasione buona. Essa fu offerta dalla consultazione di uno Stato d'Anime della parrocchia di S. Agata. Una specie di censimento annuale che veniva compilato casa per casa con nome del proprietario e con quello degli inquilini, per fini religiosi, non statistici o anagrafici. Il Baruzzi pensò che se si potevano rintracciare tutti gli Stati d'Anime di quegli anni e seguendo i vari passaggi di proprietà ed abitanti del Pescaroli fino a giungere nell'anno in cui si istituirono i numeri civici, il 1787, si sarebbe potuto stabilire con sicurezza l'ubicazione di quel fabbricato.
Alcune riforme per la riduzione del numero delle parrocchie rese il compito ancora più arduo. Al termine dello spoglio degli archivi Baruzzi però aveva potuto ricostruire l'avvicendamento dei proprietari della casa nuziale di Stradivari dal 1667 fino ad oggi. E infine riuscì anche ad accertare con sicurezza quale fosse la casa Pescaroli. Nel 1787 nello Stato d'Anime la ex casa Pescaroli figurava nella contrada del Corso, cioè nell'odierno corso Garibaldi. Con i numeri civici è stato possibile giungere in porto. Infatti tra il 1788 ed il 1865 il numero civico è 1088, poi diventa 38 fino al 1868, 23 fino al 1935 e 55 e 57 (negozio ed abitazione) fino al 1955.

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