L'ANALISI
20 Agosto 2020 - 07:00
MOSCA — Gorbaciov agli arresti nella sua dacia in Crimea, stato d'emergenza a Mosca e Leningrado, i Paesi baltici stretti in una morsa, 77 mesi di perestrojka cancellati da un colpo di mano appoggiato dai militari. Ieri mattina Mosca si è svegliata al suono di musica classica e rumore di cingolati. Il vice presidente sovietico Yanaiev ha annunciato all'Unione e al mondo che Gorbaciov era stato destituito per motivi di salute. Yanaiev è il leader di un Comitato d'emergenza nel quale spiccano il primo ministro sovietico Pavlov, il primo vice presidente del Consiglio di difesa dell'Urss Baklanov, il ministro della Difesa Yazov, il ministro dell'Interno Bugo e il presidente del Kgb Krjuckov. Ma la resistenza non si è fatta attendere. I moscoviti si sono arrampicati sui carri e si sono stretti intorno a Eltsin, che è sceso in strada e ha arringato la folla da un blindato.
La città con Gorby
Paura per la sorte del leader e del Paese
Interviste ai cremonesi tra la gente sorpresa e soprattutto rammarico
Abbiamo iniziato a conoscere la nuova Russia qualche anno fa, attraverso le immagini di questo leader diverso e dal volto umano, Mikhail Gorbaciov, attraverso le immagini e le notizie che, meglio e più spesso rispetto al passato, arrivavano nelle nostre case. Anche attraverso l'effimera cometa del 'Cccp' nella moda e nel costume: la perestroika, si diceva, passa anche da lì. Un ponte verso l'occidente e da questo, in ritorno, verso l'ex-fortezza del socialismo reale: le distanze sembravano accorciarsi, le strade incrociarsi. Abbiamo poi visto cadere il muro di Berlino e abbiamo visto la storia segnare l'epilogo del comunismo. Ma la parola fine, forse, non è stata ancora scritta. Le cose possono ancora cambiare, e non in meglio. Gli orologi 'Paketa', ormai da tempo, non riscuotono da noi alcun successo: perestroika in liquidazione. Abbiamo consumato in fretta e ci siamo dimenticati di ciò che stava dietro ai simboli effimeri di una apertura forse più cullata nella speranza che mai realizzata. Adesso, dinanzi al golpe che tenta di scippare un intero popolo portando all'indietro l'orologio della storia, restiamo stupiti spettatori. L'opinione, raccolta alla spicciolata tra i cremonesi, conferma.
La notizia è stata accolta, come ovunque del resto, con stupore e con disappunto. I commenti sono cauti, molti si rifiutano di rispondere: forse è cattiva informazione, forse timore di dire una parola di troppo su fatti che, dopo tutto, appaiono così lontani da noi. Di certo non è paura del Kgb.
Il fatto è che, nel primo pomeriggio di ieri, si attendeva ancora di saperne di più, di capire — interpretando le notizie — la reale dimensione del problema. C'è chi, nel centro storico che riprende vita dopo la calura e dopo l'esodo, va di fretta e non vuole rispondere; ma c'è anche chi, ammette, ha appena finito di commentare proprio il colpo di stato in Urss con un conoscente, passeggiando in relax nelle vie della cittadella.
Ma chi decide di parlare e di dire la sua lo fa senza esitazione, palesando disappunto ed anche preoccupazione perchè come la storia recente ci ha insegnato — dice qualcuno — da cosa nasce cosa e la paura di una guerra (fredda o calda che sia) non è poi da ritenersi così remota. Non è egoismo, non è solo timore che la bilancia degli equilibri internazionali penda al peggio; c'è, nel giudizio a caldo e senza pretese della gente, anche umanissimo rammarico per la sorte del leader Gorbaciov, ormai entrato nell'immaginario collettivo come 'uomo probo' nel cammino dell'Urss verso l'abbraccio dell'occidente. E c'è anche la consapevolezza del dramma di un popolo e di un Paese lacerato; il che — e si ritorna alla considerazione di partenza — può rappresentare un rischio per il mondo intero. È un timore che sfiora soprattutto la generazione della 'guerra fredda’, quella che negli anni '60 aveva trent'anni, ma anche i più giovani forse ancor più consapevoli dei padri di quella che è, al di là delle utopie, la posta in gioco.
Rossano Marini, 20 anni, elettricista: «È uno sconcio. Ma, a mio avviso, quel che è successo era a questo punto prevedibile viste le condizioni economiche dell'Urss, il malcontento di gente che non ha più nemmeno gli occhi per piangere. Comunque il regime comunista ha fatto la fine che doveva fare; se questo colpo di stato dovesse andare in porto sarebbe una regressione a livello mondiale. Gorby? Mi piaceva per quello che ha fatto».
«Quello della Russia è un problema mondiale — aggiunge Elena Alquati, 19 anni, ragioniere —, avviato ad una svolta mondiale. Con quello che sta accadendo ora tutto rischia di andare all'aria, tutto il lavoro fatto fino ad ora rischia di andare sprecato. Io spero che questo colpo di stato possa ancora fallire».
Francesco Sessa, 34 anni, promotore finanziario: «Io penso che tutte le innovazioni di pace che porta avanti non siano gradite a qualcuno, qualcuno insomma preferisce l'isolamento della Russia, preferisce che le cose vadano avanti come prima. Solo così, forse, si spiega questo colpo di stato...».
Albino Compiani, 66 anni, pensionato ha ancora negli occhi e nel ricordo il muro di Berlino, simbolo del socialismo 'reale': «Gorbaciov è stata una figura positiva, adesso il rischio è quello di tornare indietro. Io spero solo che non torni il muro».
Rocco Costanzo, 70 anni impiegato, si unisce al giudizio pressoché unanime sulla figura del leader sovietico deposto: «Hanno fatto male ad eliminare Gorbaciov, perchè voleva fare una cosa giusta, portare avanti il paese dopo anni di regime. Ma non hanno avuto pazienza, non hanno saputo aspettare per veder finito un lavoro di riforma che dura anni ed anni, non poco tempo. Hanno fatto male, ecco cosa penso».
Mediagallery
MOBILITATI PER LA PALESTINA
TRA CASALMAGGIORE E COLORNO. IL VIDEO
Prossimi EventiScopri tutti gli eventi
Tipologia
Data di inizio 6 settembre 2025 - 20:30
L’iniziativa si inserisce nel programma del Cremona Summer Festival
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris