L'ANALISI
15 Agosto 2020 - 07:00
Reticolati, carri armali russi sulla linea di demarcazione - Bloccato il grande esodo dei tedeschi della Germania Orientale in cerca di libertà - Tentativi di dimostrazioni sedati dalle truppe sul piede di guerra
La tensione internazionale si è aggravata in misura estrema. Il sipario di ferro è calato nel cuore dell'ultima città libera dell'Occidente; Berlino è più che mai al centro dell'attenzione e della preoccupazione di tutto il mondo, specie ora che la situazione si è acutizzata e pare suscettibile di pericolose complicazioni, dopo che nella notte da sabato a domenica i poliziotti e i soldati della Repubblica Comunista Tedesca hanno chiuso ogni passaggio fra settore occidentale e settore orientale. Fino a sabato esistevano due Germanie e una sola Berlino, anche se divisa in settori; dalle 21,37 di sabato, ora in cui sono entrate in vigore le nuove disposizioni di Pankow, in virtù delle quali la linea di demarcazione è stata ermeticamente chiusa, esistono anche due Berlino. Questa nuova situazione, determinata dalla flagrante violazione degli statuti quadripartiti da parte comunista, è oggetto di una serie di consultazioni in Occidente per concordare le eventuali contromisure. Accettare lo «stato di fatto», o reagire secondo i diritti derivanti dai trattati? Questo il dilemma, mentre i profughi dell'Est sono bloccati dai reticolati e dai carri armati sovietici, tutte le comunicazioni tra i due settori dell'ex-capitale sono interrotte e davanti alla Porta di Brandeburgo si fronteggiano due popoli della stessa Patria divisi da un assurdo confine. Siamo sul piede di guerra. Le prossime ore diranno sino a quale punto sarà ancora possibile parlare di pace e se la ragione avrà il sopravvento sull'arbitrio e sulla violenza.
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