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7 giugno 1953

Il marchese Idelfonso Stanga

Con la sua morte scompare il pioniere dell'agricoltura e della zootecnia

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

07 Giugno 2020 - 07:00

Il marchese Idelfonso Stanga

La morte del Marchese Idelfonso Stanga richiama alla memoria gli albori della moderna agricoltura cremonese, quando si iniziò decisamente l'azione per trasformare povere terre, popolate da povera gente, afflitta anche da pellagra, in ubertose campagne affidate oggi ad agricoltori intelligenti ed a forti lavoratori.

Si producevano allora sì e no, quindici quintali di frumento per ettaro e venticinque di granoturco. Poco numeroso e misero era il bestiame da latte. E, quel che è peggio, l'industria lattiera era affidata a piccoli casari, ai quali di tanto in tanto gli affari andavano male; e non erano in grado di pagare.

Un gruppo di Consiglieri provinciali — e tra questi uno dei più decisi era Idelfonso Stanga — pensò di fondare allora a Cremona, così come era stato fatto nella vicina Parma la Cattedra Ambulante di Agricoltura per insegnare alle classi agricole i principii dell'agricoltura moderna. E, accanto a questa istituzione, sorse il Consorzio Agrario. Venne così a Cremona il Prof. Antonio Sansone, a disposizione del quale il Marchese Idelfonso mise il suo podere di Crotta d'Adda, i suoi mezzi ed il suo entusiasmo di giovane agricoltore. Eravamo nel 1897.

Avrebbe potuto questo nobile uomo — dati i larghi mezzi di cui disponeva — trovare altrove, come facevano tanti altri, attrazioni per soddisfare le sue energie.

Esempio non comune allora, Egli scelse come sua occupazione prediletta l'agricoltura, e, come teatro della sua attività, il podere di Crotta d'Adda.

Era tutto un fervore di vita nuova che Egli spendeva per mobilitare l'attività agricola, che altrove era considerata come la attività dei cafoni. Si potrebbe pensare che allora il giovane Marchese fosse un pesce fuori d'acqua, perchè Egli, colto, dedito agli studi di agricoltura, intelligentissimo, e avido di innovazioni, si trovava, in una modesta borgata rurale, circondato da agricoltori troppo spesso, se non arretrati, certo molto prudenti nell'accogliere cambiamenti nei sistemi agricoli. Invece, no. La sua azienda di Crotta d'Adda era oggetto di osservazioni e di visite; i suoi esperimenti erano seguiti con attenzione.

E a ciò contribuiva il suo carattere allegro e vivace, che lo portava a familiarizzare con tutti e ad aprire le porte del suo palazzo e del suo cascinale a tutti coloro che avessero voluto vedere quello che veniva facendo per incrementare ed innovare l'agricoltura.

Perchè poi, nella sua fervida attività, il Marchese Stanga traeva direttive dai suoi studi, e dal consiglio della Cattedra Ambulante d'Agricoltura, ma più ancora dei viaggi all'estero, dove si recava di frequente per visitare le azienda più in vista.

Vi sono alcuni esperimenti compiuti nell'azienda Stanga di Crotta d'Adda che sono stati decisivi per gli indirizzi da seguire. Tali sono, per esempio, quelli sui cavalli da tiro.

Al principio del secolo una grossa discussione era stata scatenata per le razze di cavalli da tiro da allevare in Italia. Cremona offriva allora un sesto di tutta la produzione cavallina italiana. E si voleva diffondere le razze inglesi della Clyde.

Dopo una serie di esperienze, il Marchese Idelfonso Stanga presentò alla esposizione internazionale indetta a Milano, nel 1906, per solennizzare l'apertura del Gottardo, i suoi cavalli coi quali dimostrava che l'indirizzo, voluto dai dirigenti delle sfere ippiche era sbagliato. E con quella mostra mise un punto fermo all'azione dei vari preopinanti.

E che fibre del suo vasto, lungo, interessantissimo lavoro per la suinicultura? Egli, per realizzare questa sua impresa, aveva visitati tutti i migliori allevamenti di Europa e di America. Le sue pubblicazioni fanno testo anche oggi.

Il lavoro che gli procurava la sua azienda agraria non gli impediva di dedicare parte del suo tempo a occupazioni letterarie o di ricerche storiche.

Certo Egli era soprattutto uno zootecnico ed eccelleva in questa materia, perchè parlava e scriveva per esperienza propria, mentre molti altri erano costretti a giurare in verba magistri. Era così appassionato di questa materia che gli studiosi più in vista erano spesso chiamati nella sua azienda di Crotta d'Adda per osservare e discutere fatti insieme con lui.

Se il nostro prof. De Carolis, nel 1905, è arrivato a Cremona lo deve in gran parte alla passione zootecnica del Marchese Stanga. Resosi vacante il posto nella Cattedra Amb. d'Agricoltura, il Marchese Stanga, che era uno degli Amministratori, interpellò il migliore zootecnico del tempo — il compianto Prof. Baldassarre — per sapere quale dei tanti concorrenti avrebbe potuto servire con maggiore possibilità di successo la zootecnia cremonese. Ed il grande maestro gli suggerì, il nome del suo allievo De Carolis, allora giovanissimo. Di questa scelta il compianto Marchese, nel corso della sua vita, tante volte si è compiaciuto.

Nello stendere queste parole di ricordo, potremmo richiamare alla memoria tanti episodi della vita professionale di agricoltore, del Marchese Idelfonso Stanga. Lo spazio ce lo vieta. Uno non ne possiamo tacere, anche perchè poco conosciuto.

Fondata nel 1900 la Latteria Soresinese, dopo qualche anno l'azienda si trovò in grande imbarazzo: non riusciva a vendere i suoi prodotti e non c'erano soldi per pagare il latte ai Soci. Che fare?

Non c'era che ricorrere al Credito, il quale, però, esigeva di essere garantito da firme solide. Tre furono allora i firmatari delle cambiali della Latteria Soresinese. Antonio Landriani, Giuseppe Robbiani ed Idelfonso Stanga. È un gesto questo che non può passare nel dimenticatoio.

Purtroppo la vita, che il nostro Marchese Stanga avrebbe voluto trascorrere tranquillamente nell'attività agreste del podere di Crotta d'Adda,  ha riservato dolori inenarrabili anche per Lui. Egli aveva una figlia sola, un fiore di fanciulla. Se la vide morire. Dopo di allora sentì che attorno a Lui tutto era finito.

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