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29 aprile 1980

Alunni e Vallanzasca evadono ma sono ripresi

Sanguinosa sparatoria: dieci dei sedici evasi catturati

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

29 Aprile 2020 - 07:00

Alunni e Vallanzasca evadono ma sono ripresi

La drammatica vicenda è iniziata alle 13,30 a S. Vittore mentre i detenuti si recavano «allora d'aria»

Carabinieri, polizia e agenti di custodia sono riusciti a bloccare Alunni (ferito), Vallanzasca (si è presentato da solo in ospedale con una ferita alla testa), Klun e Antonio Rossi entrambi feriti - Colia si è arreso dopo aver preso in ostaggio una donna - Quattro delinquenti comuni ai primi spari si sono arresi sulla soglia del carcere - Più tardi in un bar è stato catturato il nappista Attimonelli - Sono, per ora, riusciti a fuggire il nappista Zanetti, Marocco e Sonato di «Prima Linea», e tre gregari della banda Vallanzasca - Un interrogativo: chi ha fornito le armi ai pericolosissimi delinquenti?

MILANO. 28. — Pistole, munizioni, coltelli a serramanico sono arrivati incredibilmente, grazie a ignote quanto sconcertanti complicità, fino al reparto sottoposto a maggior sorveglianza del carcere di San Vittore. È stato così possibile che oggi pomeriggio si verificasse una specie di fuga in massa di coloro che vi erano rinchiusi: ben 16 detenuti (solo uno ha rifiutato) dei più pericolosi, fra terroristi come Corrado Alunni e membri della più agguerrita banda di delinquenti che sia stata messa insieme in questi ultimi anni, quella di Renato Vallanzasca, hanno tentato l'evasione.

Per sei è riuscita: sono il nappista Alfio Zanetti, i due di «Prima Linea» Antonio Marocco e Daniele Bonato, e i tre membri della banda Vallanzasca Osvaldo Monopoli, Daniele Lattami ed Enrico Merlo. Nella sparatoria ingaggiata all'interno di San Vittore con agenti di polizia, carabinieri e una delle guardie carcerarie di piantone al carcere sono rimasti feriti più o meno gravemente i più noti tra gli evasi: Corrado Alunni, uomo di maggior spicco di «Prima Linea», l'altro appartenente a questa organizzazione Paolo Klun, lo stesso Renato Vallanzasca e l'altro uomo della sua banda Antonio Rossi. Il luogotenente di Vallanzasca, Antonio Colia, si è arreso poco dopo alla polizia che lo aveva individuato in un appartamento vicino al carcere dove era entrato prendendo in ostaggio una donna. Più tardi è stato catturalo in un bar Emanuele Attimonelli, nappista.

Come hanno avuto le armi, tanto più che ciano stati perquisiti all'uscita dalle celle? Il tenente De Benedictis ha avanzato una ipotesi. «Può darsi che le armi — ha affermato — fossero state nascoste da complici lungo il tragitto dalle celle al cortile». L'ufficiale non lo ha detto, ma non può essere neppure escluso che la perquisizione sia stata «di routine» e che le armi fossero arrivate prima direttamente nelle celle. Rimane comunque l'incredibile fatto che, in cella o appena fuori, le armi siano state portate da qualcuno fino a questo reparto cosiddetto «di alta sorveglianza».

Si tratta del nodo principale che dovrà sciogliere la inchiesta. Sembra comunque esclusa la complicità di altri detenuti. «Nessun altro detenuto — ha detto il tenerne De Benedictis — aveva accesso a questo reparto».

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