L'ANALISI
13 febbraio 1980
13 Febbraio 2020 - 07:00
Il magistrato non aveva mai voluto una scorta - Pertini, informato dell'accaduto, ha immediatamente raggiunto il luogo dell'attentato - Il racconto dell'assistente che era con Bachelet al momento del delitto
ROMA 12. — Le Brigate Rosse hanno ucciso il professor Vittorio Bachelet, 54 anni vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e docente di diritto amministrativo nell'Università di Roma. Un «commando» composto da un uomo e una donna lo ha atteso poco dopo le 11.30 al termine della sua lezione e, nell'atrio della facoltà di scienze politiche lo ha freddato con otto colpi di arma da fuoco, forse con una pistola 7,65. Tre sono stati sparati a bruciapelo dalla giovane donna. Altri quattro sono stati esplosi dall'uomo il quale ha anche sparato il «colpo di grazia» alla nuca del docente, già praticamente morto.
Il vile assassinio è stato rivendicato in due tempi dalle Brigate Rosse. Alle 13.49 con una telefonala al quotidiano «L'Avanti»: «Siamo le Brigate Rosse. Abbiamo giustiziato il prof. Bachelet». La voce era quella di un uomo apparentemente giovane, senza particolari inflessioni dialettali. Alle 14,45 con una seconda telefonata fatta pervenire al quotidiano «La Repubblica». Un lurido sconosciuto, parlando con il centralinista, ha pronunciato con calma le seguenti parole: «Ascoltatemi bene, siamo le Brigate Rosse. Bachelet lo abbiamo giustiziato noi. Seguirà comunicato».
Il «commando» che questa mattina ha portato a termine l'attentato ha agito con una lucidità impressionante. Molti sono i particolari che lasciano intendere un'accurata e meticolosa preparazione di tutti i movimenti. Il prof. Bachelet è stato ucciso all'interno della Facoltà di scienze politiche al termine della sua lezione di diritto amministrativo. Con ogni probabilità, uno dei due terroristi ha assistito alla lezione e al termine ha dato il segnale al complice. Tutti e due hanno quindi seguito il professore e la sua assistente che dall'aula si recavano verso l'uscita. Poco prima che i due imboccassero il grande portone della Facoltà (precedentemente accostato per consentire l'uscita di una sola persona alla volta) la donna del «commando» si è affiancata al vice presidente del CSM e gli ha messo una mano sulla spalla. Appena il professore si è voltato (convinto, come spesso gli succede, di avere a che fare con qualche studente) questa ha esploso tre colpi di pistola a bruciapelo nell'addome del professore. A questo punto è entrato in scena il secondo componente del «commando». Questi ha esploso contro Bachelet, a terra con le mani sull'addome, gli ultimi colpi che lo hanno ucciso in pochi istanti. Subito dopo l'attentato (tutti e due i terroristi hanno usato il silenziatore) l'uomo, per coprirsi la fuga, ha iniziato a gridare: «Fuori tutti, c'è una bomba; fuori, fuori, può scoppiare da un momento all'altro». Tutti gli studenti, i docenti e il personale che in quel momento erano dentro la Facoltà, presi dal panico hanno lasciato le aule e gli uffici per riversarsi sui viali dell'Università il più lontano possibile dal fabbricato.
I terroristi, approfittando del caos, hanno attraversato l'atrio di scienze politiche, sono entrati attraverso un cancelletto nella Facoltà di statistica, scegliendo il percorso meno conveniente, ma proprio per questo il più sicuro in quel momento quando tutti si dirigevano verso l'uscita più vicina.
Mediagallery
TRA CASALMAGGIORE E COLORNO. IL VIDEO
Prossimi EventiScopri tutti gli eventi
Tipologia
Data di inizio 6 settembre 2025 - 12:00
Con i violini Clisbee 1669 e Vesuvio 1727
Tipologia
Data di inizio 6 settembre 2025 - 14:15
Tipologia
Data di inizio 6 settembre 2025 - 16:30
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris