L'ANALISI
6 ottobre 1993
06 Ottobre 2018 - 07:00
Giovanni Paolo II sottolinea nella sua enciclica il valore oggettivo e universale della legge di Dio e condanna il soggettivismo di alcune scuole teologiche. «La fede esige un impegno coerente di vita»
Per la prima volta il Pontefice ha dedicato un testo solenne ai principi morali
CITTÀ DEL VATICANO — È una enciclica che affronta questioni di principio, non singoli precetti, la «Veritatis splendor», decima di questo Pontefice. Essa verte su «alcune questioni fondamentali dell'insegnamento morale della Chiesa» e suo nucleo essenziale è riaffermare «il nesso intrinseco ed inscindibile» tra fede cristiana e morale.
Questo nesso, dice il Papa, è posto in dubbio da moderne correnti di pensiero e da alcuni teologi, che hanno «un concetto esasperato della libertà umana» e «la esaltano a tal punto da farne un assoluto, fonte di valori, senza nessuna dipendenza dalla verità». Per un credente la verità è data dalla fede. Questa «non è assenso meramente intellettuale a verità astratte», ma ha «un contenuto morale» ed esige «un impegno coerente di vita». Il Papa si richiama a Cristo «che ha insegnato la strada della libertà autentica» e ha detto «La verità vi farà liberi».
La libertà, nota l'enciclica firmata e pubblicata ieri, ritrova se stessa «solo in rapporto con la verità, che rifulge in tutto il suo splendore («Veritatis splendor», parole iniziali del testo latino, ndr) sul volto di Cristo». L'enciclica, destinata in specie ai vescovi e ai teologi, non solo contesta «errori» ma «proclama il messaggio della libertà cristiana: solo nella verità la libertà ha un carattere umano e responsabile».
«Questa enciclica è profetica — ha detto ieri, alla presentazione del documento, l'arcivescovo Dionigi Tettamanzi, segretario della Cei — perché il Papa, con sguardo mondiale, denuncia il declino del senso morale e guarda avanti: propone un impegno al rinnovamento etico e religioso, che è la premessa necessaria al rinnovamento sociale e politico». Elemento di novità, ha aggiunto, è che viene presentata la globalità dei fondamenti dell'insegnamento morale della Chiesa.
Rispetto alle altre nove encicliche, quest'ultima registra un triplice record: per il tempo di preparazione (sei anni) e di annuncio (tre anni), nonché per il numero di stesure successive (che però non è stato ancora precisato). Annunciata da Giovanni Paolo II il primo agosto 1987 commentando l'opera di sant'Alfonso Maria dei Liguori, il «protettore» dei moralisti, l'enciclica «Veritatis Splendor» (lo splendore della verità) è stata per quasi tre anni, secondo fonti giornalistiche e non, «di prossima pubblicazione». Tutto nacque infatti nel luglio 1991, quando il Papa andò in vacanza in Val d'Aosta e si seppe che aveva portato con sé il testo dell'Enciclica per la definitiva stesura. Da allora si sono susseguite le ipotesi sulla data della firma e dell' uscita del testo. Il documento, in effetti, ha avuto una decina di stesure, con le relative bozze e numerose fughe di notizie.
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