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4 ottobre 1968

Notte di fuoco a Messico. Morti, feriti, arresti a centinaia

Calma minacciosa ed in pericolo lo svolgimento delle Olimpiadi

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

04 Ottobre 2018 - 07:00

Notte di fuoco a Messico.

Le vittime, ufficialmente, sono 26 ma pare che il numero dei morti sia maggiore - Per sei ore c'è stata battaglia tra le forze dell'ordine e gli studenti - Sono intervenuti carri armati, elicotteri, interi reparti dell'esercito - Molte versioni sull'origine delle violenze - Le autorità affermano che tra gli arrestati ci sono molti «elementi provocatori»

CITTA' DEL MESSICO, 3. —  La situazione nella capitale messicana continua ad essere gravissima, e sempre più compromesse appaiono le possibilità che i Giochi Olimpici, che dovrebbero iniziare tra pochi giorni, possano svolgersi regolarmente. I disordini della scorsa notte, suscitati da elementi anti-governativi, sono stati davvero terrificanti, certamente i peggiori che si siano verificati fino ad oggi a Città del Messico: oltre al numero altissimo dei feriti e agli arrestati, 26 sono i morti ufficialmente dichiarati dalle autorità, ma probabilmente assai più alto è il reale numero delle vittime. Le notizie sono state date ufficialmente da un portavoce governativo nel corse di una conferenza stampa tenuta di fronte ad un gruppo di giornalisti giunti nel Paese per assistere alle Olimpiadi, ma che si sono trovati invece, inaspettatamente, in mezzo ad una lotta sanguinosa.

I feriti, secondo le parole dei portavoce, assommano ad oltre un centinaio, mentre ingentissimi sono i danni: nel corso delle loro violente dimostrazioni, gli studenti, o almeno coloro che sono passati per tali, hanno rovinato edifici, spaccato vetri di abitazioni e negozi, dato alle fiamme autobus e vetture.

Armati di tutto punto, facendo fuoco persino con i bazooka, i soldati dell'Esercito si sono opposti ai circa 15 mila dimostranti. Almeno 75 persone, sempre secondo le parole del portavoce governativo, sono state colpite da colpi di arma da fuoco, ma secondo le parole di alcuni giornalisti che hanno assistito agli avvenimenti sono diverse centinaia le persone che sono state ferite da proiettili e bombe a mano di ogni tipo.

Solamente chi vi ha assistito di persona può capire quanto violenta e terribile sia stata la scorsa notte a Città del Messico. L'origine del primo colpo di fuoco che ha scatenato i tragici incidenti sulla piazza delle Tre Culture rimane ancora inesplicabile. I «granaderos», credendosi attaccati, hanno aperto il fuoco alla cieca, con fucili ed armi automatiche, e sono stati istantaneamente imitati dai soldati che, armati di mitragliatori, sono giunti velocemente in loro soccorso. Altri colpi di arma da fuoco sono partiti quasi contemporaneamente dai tetti e dalle finestre delle case occupate dai manifestanti e da agenti provocatori.

Secondo le autorità messicane, all'origine degli incidenti è la responsabilità di una minoranza di studenti attivisti. Tuttavia, secondo gli studenti in sciopero, molti dei quali sono stati arrestati durante l'operazione repressiva operata dalle forze dell'ordine e dall'Esercito, ed eseguita con larghezza di mezzi bellici e con grande celerità, «il massacro della piazza delle Tre Culture è stato minuziosamente preparato dal governo che ha intenzione di risanare la situazione prima della inaugurazione dei Giochi Olimpici». «E' inimmaginabile che noi potessimo pensare di abbandonarci ad atti qualsiasi di violenza, in una simile trappola per topi », ha dichiarato un capo del movimento studentesco scioperante che è riuscito ad oltrepassare le barriere organizzate dalle forze dell'ordine. Ed in effetti, la piazza delle Tre Culture appariva ieri sera come il luogo strategico meno adatto per provocare uno scontro, soprattutto dopo che la polizia aveva accerchiato la piazza stessa con un numero di agenti ancora maggiore di quelli della notte precedente.

Dopo una nutritissima sparatola durata circa un quarto d'ora, le fucilate si sono eseguite in modo sporadico per cinque ore circa, dopo che erano cominciate le operazioni di rastrellamento da parte della polizia e dell’Esercito, appoggiati da due dozzine di veicoli blindati che avevano circondato il campo di battaglia. Il portavoce governativo, nel corso della sua conferenza stampa, ha assicurato che queste operazioni hanno posto fine, una volta  per tutte, alle azioni degli elementi provocatori. Queste parole evidentemente, sembrano destinate a voler rassicurare circa le condizioni della città, che in questo modo dovrebbe poter ospitare senza pericoli di sorta i prossimi Giochi Olimpici.

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