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9 marzo 1967

Torna sul mare il «Toti»

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

09 Marzo 2019 - 07:00

Torna sul mare il  «Toti»

IL VARO DEL PRIMO DEI QUATTRO SOMMERGIBILI COSTRUITI DORO LA GUERRA

La difesa nazionale può finalmente contare ancora sui gloriosi scafi che già conobbero non poche vicende di eroismo in ogni mare - Le missioni pericolose ed il fatto d'arme più memorabile del 15 ottobre 1940 nel golfo di Taranto

Domenica sarà varato presso i CRDA di Monfalcone il primo dei quattro sommergibili che la Marina Militare Italiana costruisce dopo la fine del conflitto. La decisione di inserire nel programma navale la costruzione di unita subacquee è stata determinata, in maniera prevalente, dall'impiego del tutto nuovo dei sommergibili nella lotta antisom.

La costruzione di sommergibili operativi infatti non era stata affrontata dalla Marina Militare Italiana, nell'immediato dopo guerra, per due motivi: imposizioni dovute alle clausole d'armistizio che proibivano all'Italia la costruzione di sommergibili; lo scarso inserimento dei sommergibili classici d'attacco nel quadro degli impegni assunti nel campo NATO. Le apparecchiature e i mezzi impegnati nella lotta antisommergibile hanno avuto una evoluzione notevolissima, ma essa non è stata sufficiente per controbilanciare il vantaggio acquistato dall'arma subacquea con i nuovi sommergibili veloci, soprattutto capaci di mantenere, per lungo tempo, alte velocità, caratteristiche dei sommergibili a propulsione nucleare.

Contro questi ultimi sono stati studiati e si ricercano nuovi mezzi e nuove armi. Uno dei mezzi che è risultato tra i più idonei è stato proprio lo stesso sommergibile, a riprova del vecchio, ma sempre valido, assioma di guerra navale di combattere un'arma con lo stesso tipo di arma. Si determina così per i sommergibili un nuovo impiego che assegna a questi compiti di scoperta, identificazione e distruzione di bersagli subacquei, sia operando isolati o in gruppo usando l arma classica del sommergibile: il siluro, sia operando in cooperazione o stretto coordinamento con aerei ed elicotteri usando le armi antisom di questi.

Questa nuova dottrina d'impiego di sommergibili non poteva non interessare la Marina Militare Italiana, sia perchè la minaccia subacquea e quella preponderante, sta perchè tale impiego sì presta ad essere applicato, nel suo teatro operativo, anche con sommergibili di prestazioni convenzionali.

Fra gli avvenimenti degni di  nota relativi all'attività del Toti in tempo di pace si deve ricordare la crociera che l'Unità effettuò nel 1929 con le altre tre gemelle, toccando i porti mediterranei ed atlantici della Spagna e del Portogallo. Dal settembre 1933 al febbraio 1934, «Toti» e «Sciesa» effettuarono il periplo dell'Africa via Suez-Capetown-Gibilterra, toccando oltre 20 porti africani; la lunga crociera dimostrò l'attitudine delle quattro unita a lunghe permanenze in mari tropicali. Fu il 15 ottobre 1940 che il Toti (Comandante Capitano di Corvetta Bandino Bandirti)  navigando nel golfo di Taranto in superficie, al rientro di una  missione, avvistò a poco più di 1000 metri al traverso un sommergibile nemico che dirigeva anch'esso in superficie contro l'Unita italiana. Si trattava del sommergibile britannico Rainbow. Mentre il Comandante Bandirli accostava per contrattaccare, l'avversario apriva il fuoco con le artiglierie e lanciava un siluro evitato dal Toti.

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