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L’export tira: +38%, ma le ditte artigiane calano

Il report Cna sull’ultimo quadriennio delinea uno scenario a luci e ombre. Imprese diminuite del 6,5%

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

28 Luglio 2023 - 12:07

L’export tira: +38%, ma le ditte artigiane calano

CREMONA - Luci, ma anche qualche ombra, per le imprese cremonesi, in particolare quelle artigiane. In un contesto regionale che è tornato a correre, raggiungendo e superando quelli che erano i risultati ottenuti prima della pandemia, ovvero nel 2019, si inserisce il dato complessivo sul calo del numero delle aziende nel quadriennio: un meno 6,5% che pone Cremona e il suo territorio al penultimo posto a livello lombardo, peggio ha fatto solo Mantova che ha visto uscire dal mercato un’impresa su 10. L’unica provincia con un saldo positivo tra dicembre 2019 e giugno 2023 è Varese che ha registrato una crescita del 2,9%.

Soffre in particolar modo l’area Sud della regione, come dimostrano anche i dati di Pavia (-6,4%) e Lodi (-5,4%). In pesante negativo anche Sondrio (-4,9%), Bergamo (-4,4%), Lecco (-4,3%), Como (-4,2%). In sofferenza Monza e Brianza (-3,5%) e Milano (-2,6%). Sta a galla Brescia (-0,6%). Questa fase è travagliata dai costi delle materie prime, dall’inflazione sui generi di prima necessità e dai crescenti tassi di interesse. Cna Lombardia nel terzo focus sull’andamento dell’economia, realizzato dal Centro studi sintesi, ha preso in considerazione una serie di indicatori. La Lombardia ha raggiunto e superato quelli che erano i risultati ottenuti prima della pandemia.

Il presidente di Cna Lombardia Giovanni Bozzini

A luglio 2023 a spiccare ci sono le proiezioni relative a Pil (+1,5%), consumi (+1,6%) e investimenti (+3,1%). Le previsioni di crescita del 2024 hanno numeri inferiori alle aspettative: +1% per il Pil, consumi su dell’1,6%, mentre gli investimenti dovrebbero calare dello 0,2% anche a causa dell’aumento dei tassi di interesse e l’irrigidimento delle condizioni di accesso al credito.

«Teniamo monitorato lo stato di salute dell’economia regionale e a questo giro vediamo segnali incoraggianti – afferma il presidente di Cna Lombardia Giovanni Bozzini –: indicatori altamente positivi come gli investimenti ci dicono che il motore dell’economia è tornato a correre. Diciamo inoltre che quelli che erano ancora in pesante ristagno rispetto al 2019, vedono ora segnali di graduale consolidamento nel medio lungo periodo, ad esempio i consumi, che sono tornati in sostanziale parità rispetto alla fase pre-pandemica».

Bene anche gli investimenti in Lombardia, destinati a consolidarsi nel 2023, seppure ad un tasso di crescita più moderato: infatti, per l’anno in corso, è atteso un +3,1% rispetto al 2022 e osservando il periodo 2019-2023, si delinea un incremento degli investimenti di oltre 24%. A pesare sulla crescita resta sempre l’inflazione che a giugno ha fatto registrare un +6% rispetto allo stesso mese del 2022, con prezzi mediamente cresciuti del +7,9% nel primo semestre. A giugno la dinamica dei prezzi è guidata dai beni energetici (+9,8%) e da alimentari e bevande (+9,7%). «Gli effetti della stretta della Bce sull’inflazione sono ancora molto lenti – prosegue Bozzini –: la Banca deve riflettere molto bene sul mix costi/benefici prima di alzare ancora i tassi da qui a settembre».

Segnali positivi per la crescita dell’export. Cremona è quarta in Lombardia con un + 38% nel quadriennio. Prima Lodi con un +89%, poi Sondrio (+53%) e Monza e Brianza (+46%). «Non possiamo ignorare la sfida della Bassa Lombardia – conclude Bozzini – con le province di Mantova, Cremona, Pavia e Lodi che hanno subito una riduzione delle imprese artigiane del 10,1%, 6,5%, 6,4% e 5,4%. Serve particolare attenzione a queste realtà. È fondamentale creare un ambiente favorevole affinché queste aziende possano contribuire al tessuto produttivo locale, operando a stretto contatto con le istituzioni e le comunità locali. Una cooperazione volta a sostenere e promuovere il settore artigiano e la micro e piccola impresa in tutte le province, incoraggiando l’innovazione e la formazione, rendendo disponibili opportunità di finanziamento e agevolazioni fiscali per le imprese che desiderano investire nel futuro e proteggendo il patrimonio di competenze artigiane che caratterizza la nostra regione».

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