L'ANALISI
23 Settembre 2014 - 21:43
CREMA - Una commedia padana, un giallo poco cruento e molto divertente, un caso letterario. Tutto questo andrà in scena lunedì 29 settemmbre al Caffé Letterario di Crema grazie a Marco Ghizzoni, cremonese, classe 1983, agente di commercio nel ramo auto e motori, batterista nel gruppo The Plan B, una grande passione per la lettura e la scrittura, tanti anni trascorsi nel bar della mamma al Bosco ex Parmigiano, che ha firmato 'Il cappello del maresciallo', pubblicato con grande successo da Guanda. L'appuntamento è al teatro san Domenico, con inizio alle 20,45, ingresso libero e la consueta offerta di caffè e pasticcini per tutti. Giovane l'autore, giovanissima l'intervistatrice: la studentessa cremasca Valentina Cipriani. L'accompgnamento musicale, va da sè, è a cura del gruppo formato dallo stesso Ghizzoni, che comprende Paolo Vaccaro alla chitarra e la voce di Gian Luigi Benelli.
Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino, mentre l'ex sindaco è "fuggito" dalla sua tomba: è troppo persino per il maresciallo Bellomo e per i suoi due obbedienti sottoposti. Nel breve volgere di due giorni, mezzo paese viene preso dalla febbre dell'intrigo, che non risparmia nessuno: dalla segretaria comunale Gigliola, zelante in tutto tranne che nel lavoro, al ruvido macellaio milanista Primo Ruggeri, per non parlare della bella barista Elena, contesa tra due uomini e ben decisa a conquistarne un terzo. L'indagine si complica, finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il cappello... Una commedia degli equivoci sul filo del giallo che mette in scena con gusto la provincia italiana, i suoi caratteri, la sua allegria e i suoi misteri, in un intreccio che coinvolge e trascina come una sarabanda.
Il romanzo non era ancora uscito e, solo con le prenotazioni, era già ai primi posti nella classifica delle vendite di Ibs, il sito di vendite on line. Certo, non è dalle vendite che si giudica uno scrittore, ma quello di Marco Ghizzoni è un caso editoriale. Ghizzoni è il primo a essere stupito del successo del suo Il cappello del maresciallo, su cui Guanda sta puntando molto: «Chissà se poi vendo davvero — sorride —, sto cominciando a capire adesso come funziona l’editoria. Se penso che sono davanti ad Andrea Vitali... l’anno scorso, quando è venuto a Cremona, sono andato con mia figlia che era alta così a chiedergli l’autografo, e adesso...».
Anche questa serata può andare in scena grazie al contributo delle aziende che sostengono l'attività del Caffé Letterario di Crema, che sono: Formazienda, il Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua, Fondazione Popolare di Crema per il territorio, Banca Cremasca, Fapes di Sergnano, Comitato Soci della Coop di Crema, libreria Il Viaggiatore curioso di Crema, Icas di Crema e il quotidiano 'La Provincia di Cremona e Crema'.
Ne 'Il cappello del maresciallo' tutto ruota dunque intorno a una tomba vuota e a un misterioso cadavere senza testa che spunta nel giardinetto di un campo giochi. Il tono, più che macabro, è divertente. «Ho capito che la commedia è il mio genere, volevo divertire e se ci sono riuscito sono contento. La mia è una commedia degli equivoci che si sposa alla satira sociale. Volevo prendere in giro quelli che si credono potenti senza esserlo, chi si atteggia. Soprattutto nei paesi o nelle città piccole personaggi del genere sono evidenti. In questo il mio becchino è esemplare, crede di poter fare quello che vuole solo per il fatto di lavorare in Comune. Personalmente, sono convinto invece che le regole vadano rispettate. Magari le contesti se non ti vanno bene, però finché ci sono vanno seguite». La storia è ambientata a Boscobasso, per i cremonesi non è difficile riconoscervi Bosco Ex Parmigiano, dove Ghizzoni ha vissuto per un certo periodo.
Lo spunto della storia è stato dato da un fatto accaduto tempo fa nel Lazio, quando venne trovato un corpo privo della testa, ma il resto è tutto inventato. Ogni personaggio, invece, è frutto di più persone messe insieme. Solo una corrisponde abbastanza integralmente alla realtà. E poi c’è l’oste, che è un omaggio a mia mamma. Il carattere è completamente diverso, ma entrambi sanno fare benissimo da mangiare e hanno reso felici con i loro piatti molte persone».
La storia di Ghizzoni è da manuale dell'autore ce ce l'ha fatta solo grazie al proprio talento: «Su Facebook, tramite la comune amicizia con Raul Montanari, ho cominciato a scambiare messaggi con Giovanni Cocco. Abbiamo cominciato a scambiarci opinioni su Aldo Busi, che entrambi amiamo molto. A un certo punto Cocco mi ha chiesto se avessi scritto qualcosa e sì, io avevo provato a scrivere un romanzo, e gliel’ho mandato. Mi ha spiegato cosa non andava secondo lui e l’ha passato a un editor, e comunque mi ha incoraggiato. In effetti, in quel primo libro la storia non reggeva. Ho accettato i consigli e sono grato alla Guanda per l’aiuto che mi ha dato».
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