L'ANALISI
15 Febbraio 2014 - 07:21
La copertina del libro
Importante pubblicazione a sessant'anni dalla nascita a Belgirate, sul Lago Maggiore, della "Base", la corrente della sinistra democristiana che ha fatto da detonatore di una nuova stagione politica, quella del primo centro sinistra, come tentativo di allargare la base popolare dello Stato.
Un libro che reca in copertina l'immagine di Albertino Marcora e Luigi Granelli, presenze a tutto tondo nello scenario politico lombardo e nazionale, per "fare memoria e per guardare al futuro". Parte da una particolare connotazione lombarda della storica corrente della DC ed è stato curato dall'editrice Studium di Roma. Sono stati raccolti i contributi di Gianni Borsa, corrispondente da Bruxelles dell'agenzia Sir, della Cei e delle riviste "Segno" dell 'Azione Cattolica e "Impegno" della Fondazione Mazzolari di Bozzolo e di Gianni Mainini, già sindaco di Inveruno, industriale, già stretto collaboratore di Marcora, il Ministro dell'Agricoltura che ha lasciato un segno indelebile nella memoria degli italiani, in un'agevole pubblicazione dal titolo: "la Base in Lombardia: storia, testimonianze, eredità".
A 60 anni di distanza da quella iniziativa fondativa, lo scorso autunno si sono ritrovati nell'amena località climatica al confine tra Piemonte e Lombardia, molti amici che hanno vissuto quella intensa stagione o che ad essa si sono richiamati "nell'impegno sociale e politico.
Le prime 40 pagine contengono quella che è stata definita "una storia nella storia" con il primo passaggio di Maria Chiara Mattesimi "dall'incontro di Belgirate alla prospettiva nazionale dello Stato democratico" ed un secondo ad opera di Gianni Borsa, sui "Nomi e geografia della Base lombarda e suo radicamento territoriale"
La Base fu elemento di grande importanza nella svolta del centro sinistra in Lombardia ma anche e soprattutto a Cremona, tra le prime in Italia a dar vita ad una intesa, la giunta Vernaschi, con la diretta presenza dei socialisti nella coalizione di governo del capoluogo, come ha ricordato a più riprese ed anche di recente il prof. Coppetti che ne fu attore di primo piano.
"In quella stagione – ricorda il professor Coppetti, con la precisione di un centenario lucidissimo - gli incarichi erano gratuiti ed il dott. Priori, presidente dell'ospedale, si recava al lavoro in bicicletta. Ciò non ha impedito che in soli tre anni e con risorse proprie si realizzasse il nuovo ospedale di Cremona, tra i più moderni e funzionali del Paese e nello stesso periodo si costruisse l'autostrada tra Piacenza, Cremona e Brescia "
La seconda parte del volume si sofferma sui protagonisti con interviste, esperienze personali e possibili "eredità ". In questa sessione troviamo, tra gli altri, i contributi di Piero Bassetti, Maria Pia Garavaglia, Giuseppe Guzzetti, Virginio Rognoni, Bruno Tabacci, Patrizia Toia e Giuseppe Torchio.
Proprio nelle pagine che raccolgono la testimonianza di quest'ultimo, troviamo i cenni della nascita di questa importante fucina ideale a livello Casalasco, Mantovano e Cremonese.
"Già al Liceo Romani-Manin e da docenti come Carlo Rotelli e religiosi come Don Mario Brusa, rettore del don Bosco, si sviluppava lo studio di un importante filone culturale legato all'umanesimo integrale di scuola francese ma vissuto e interpretato dalle nostre parti da Don Primo Mazzolari, un'azione ben compresa nella sua valenza da Giovanni XXIII che lo definì"la tromba dello Spirito Santo nella Valle Padana".
La frequentazione, negli anni del '68 delle sedi della DC di Casalmaggiore e Viadana aveva dischiuso le raccolte della rivista "Politica " e dell'agenzia "radar " inviata attraverso rumorose telescriventi che della "base" erano gli strumenti informativi. Di particolare impatto a livello giovanile la battaglia per il voto ai diciottenni, l'obiezione di coscienza, la svolta in politica estera, le distinzioni forti sul Vietnam...ma anche l'impegno a costruire dall'interno, nelle fabbriche e nelle scuole dove dovevi conquistarti sul campo il diritto di parola, le basi di un autentico cambiamento.
Di quel periodo Torchio ricorda la nascita delle forme di aggregazione sovracomunale, nei cosiddetti "comprensori", come il "29 Casalasco-Viadanese" nato sulla spinta di forti dibattiti, ad esempio a Rivarolo Mantovano e a Bozzolo con Baroni, Grazioli, Zaniboni , Miglioli, Rotelli, Beccari e Tabacci che aprirono la strada alla nascita del Consorzio Sanitario di Zona di Sabbioneta, ad una sola Unità Sanitaria Locale a cavallo di due province ed alla riorganizzazione ospedaliera partendo dai tre storici nosocomi di Casalmaggiore, Viadana e Bozzolo per arrivare alla realizzazione del nuovo ospedale Oglio Po in una località baricentrica e condivisa. La politica ha poi sottovalutato questi argomenti, ha portato all'assurda rottura della programmazione dei servizi a livello territoriale, a tante dimenticanze ed incongruenze sulla pelle dei cittadini.
Una sorta di master plan per l’area di confine, da condividere e rilanciare in un nuovo “piano territoriale d’area” nella terra che ha saputo diventare il “primo distretto del pomodoro” a livello nazionale e che si accinge al decollo del “distretto dell’agricoltura biologica” e guarda ad una nuova frontiera che supera i confini territoriali ed immagina aggregazione di servizi, funzioni e nuova appetibilità territoriale.
Questioni sottovalutate ai livelli superiori ma oggi più vive che mai, al centro di una nuova politica territoriale che poggia sull'aggregazione dei servizi, sull'esperienza positiva delle "unioni" che hanno lavorato in questa direzione e sul rilancio delle infrastrutture e dei servizi alle piccole e medie imprese. . E questo dimostra, più di ogni altra cosa, la modernità della "base", il suo pragmatismo, la sua aderenza al reale, l'entusiasmo per una "buona politica" che passava dalle decine di incontri elettorali nelle corti, nelle stalle, nei “caselli” e nelle cascine con Albertino Marcora ma anche in quel quadro di solidarietà che, dalla politica estera ai temi della pace, della non violenza, del lavoro, dei diritti con le testimonianze da Granelli a Martinazzoli, sapeva trasmettere a tanti giovani la passione per un impegno diretto e concreto.
Lo spirito di squadra della "base" portava, inoltre, a garantire una rappresentanza dignitosa alle realta' di provincia e ad immaginare forti sinergie con la società civile.
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