Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

La nostra storia

I Romani arrivano dal Po: nodo cruciale per sconfiggere i Galli

Il Grande Fiume fu considerato da subito un punto fondamentale per l’espansione. Furono costruiti un porto militare e uno commerciale

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

25 Novembre 2013 - 16:30

I Romani arrivano dal Po: nodo cruciale per sconfiggere i Galli
Il Po è sempre stato un nodo strategico per il territorio cremonese. Non solo per questioni economiche, ma anche per quelle militari, anzi nasce proprio come ‘strada’ militare: molto probabilmente i Romani seguirono quei sentieri che costeggiavano il fiume per sciamare nella Pianura Padana. Nel 225 avanti Cristo a Talamone i romani sconfiggono in modo sorprendente i Galli. Fino ad allora erano state le popolazioni celtiche a tenere sotto scacco i Romani, spaesati sulle rive e nei meandri dell’Eridano. Dopo questa battaglia i Quiriti intuiscono che è l’ora del contrattacco e che per consolidare le posizioni e tenere sotto controllo che popolazioni galliche occorre controllare il Po. E le legioni del console Caio Flaminio passarono il Grande Fiume proprio nel luogo dove poi sarebbe sorta Cremona. Cosa videro i legionari è difficile dirsi. Di sicuro videro un fiume grandissimo per loro, abituati al Tevere e all’Aniene e poi nebbia, tanta nebbia, tant’è che uno dei primi tempi che costruirono fu dedicato alla dea Mefite, la dea delle paludi e dei miasmi. Affacciato sul fiume videro una sorta di promontorio che degradava lentamente verso il Po e su di esso qualche casupola di qualche insediamento gallico. I Galli neppure di fronte alla minaccia romana riuscirono a trovare un accordo, le antiche tribù erano divise da rancori e faide millenarie. Si discute ancora su quale tribù avesse il dominio del cremonese, se Insubri o Cenomani, ma è sicuro che i due popoli si consideravano nemici al pari dell’invasore. Una situazione che naturalmente favoriva i Romani, maestri nello sfruttare le debolezze del nemico. Tant’è che con un’abile operazione diplomatica riuscirono a dividere ancora di più le popolazioni ‘autoctone’ e a sconfiggerli nella grande battaglia di Castidium (Casteggio, in provincia di Pavia) e poi occuparono la capitale degli Insubri, il ‘luogo in mezzo’, Mediolanum, Milano. In pochi anni la macchina da guerra romana aveva conquistato quasi tutto il nord d’Italia. Bisogna ora mantenerlo. 
E siccome i Romani erano molto pratici avrebbero dovuto farlo con il minor dispendio di soldi e di uomini possibili. Sul luogo dove sarebbe nata la città si accamparono le legioni e realizzarono un campo fortificato. Ma questo accampamento, oltre a non essere sicuro, circondato com’era da tribù ostili, era anche molto dispendioso, costava e non dava nulla alle casse della Repubblica, a questo punto era molto più conveniente costruire una città, che avrebbe fatto da presidio in Gallia, ma avrebbe anche pagato le tasse. Inoltre Roma era in piena espansione urbanistica e demografica, occorreva che una parte della popolazione venisse...trasferita in una zona che si prospettava ricca e altamente produttiva, soprattutto dal punto di vista agricolo e zootecnico (i Galli avevano già una lunga tradizione di allevamento dei suini). E così il senato nell’anno 219 avanti Cristo (anche questa è una data contestata da alcuni storici) decide di costruire due colonie: Cremona e Piacenza, una riva sulla sinistra e l’altra sulla riva destra del Po. Ed ecco che entra in gioco il Grande Fiume, dal quel lontano 219 e fino a due secoli fa Cremona diventa da Signora del Po, controlla il passaggio del fiume sia militarmente sia commercialmente. Tutti i prodotti che arrivano dal Sud devono passare per Cremona. Gli ingegneri romani costruiscono due porti, uno militare, probabilmente della parti delle vie dei Tribunali- Ruggero Manna-Massarotti-Bissolati. Esisteva un altro porto, quello commerciale, il Vulpariolo, che probabilmente era situato nella zona di Porta Romana. E non era un caso, nelle vicinanze c’era il tracciato della via Postumia e dunque con il Po formava il primo sistema di trasporti acqua-ruota. E il Po con la sua larghezza si prestava benissimo alla navigazione.

La curiosità
Prima di costruire la città il senato romano interpellò i...maghi, in termini più spicci, gli ‘auguri’ in termini più aulici. I discendenti di Romolo infatti nulla facevano se non prima aver interpellato gli dei. Cosa fecero di sacerdoti non è dato sapere: osservarono il volo degli uccelli, lessero le viscere di qualche animale, attesero un segno dalla natura. Dopo la consultazione la città doveva diventare sacra, bisognava rendere sacro il territorio parimenti alla città- madre, Roma. Occorreva costruire templi, portare i numi, consacrala (considerando inoltre che i Romani non considerarono mai le divinità dei popoli conquistati ’dei falsi e bugiardi’. La cerimonia di dedicazione era lunga e complessa, ma alla fine il luogo era ‘Roma’. I suoi cittadini (a Cremona arrivarono 6000 coloni) appartenevano all’Urbe anche se in modo diverso di fronte alla legge.Madi sicuro non erano ’più campani o tarantini,maromani oriundi di Roma, mandati ad accrescere la stirpe dei romani’.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi