L'ANALISI
03 Marzo 2013 - 10:26
Fulvio Ervas mentre firma alcune copie del suo libro
VIADANA – «Con otto romanzi pubblicati, finisce che ti chiamano scrittore: e può capitare che un bel giorno sia una storia a cercare te». Sono diversi gli autori che al Premio Viadana hanno rivelato di aver dato vita a vicende letterarie che già possedevano una loro esistenza prima ancora di essere fissate in scrittura. Mai come nel caso di Se ti abbraccio non aver paura (Marcos y Marcos), l’ultimo scritto di Fulvio Ervas, tale meccanismo risulta evidente. È Franco Antonello, padre di un ragazzo autistico, a raccontare allo scrittore trevigiano «un'avventura grandiosa, difficile, imprevedibile. Come Andrea. Una storia vera».
Del percorso, non senza turbamenti, che ha portato a tradurre in romanzo la vicenda autentica del giovane di Castelfranco Veneto si è discusso con l’autore, primo ospite della cinquina finalista, venerdì sera in occasione dell’atteso appuntamento inaugurale della 18esima edizione del Premio Viadana. L’auditorium Fabia Gardinazzi ha registrato il tutto esaurito e il sindaco Giorgio Penazzi ha riconosciuto, ancora una volta, «il singolare valore della rassegna letteraria cittadina».
(servizio completo su La Provincia di domenica 3 marzo)
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