L'ANALISI
29 Agosto 2023 - 09:23
CREMONA - È stata la riunione «che non avremmo mai immaginato né creduto di dover convocare» quella che ieri pomeriggio ha fatto il tutto esaurito sia in presenza (nella sala consigliare del Comune di Corteolona e Genzone, in provincia di Pavia) sia online, con 420 partecipanti al collegamento. Osservata speciale, l’emergenza Peste Suina Africana, che negli ultimi giorni è sbarcata anche in Lombardia, con tre focolai accertati nel Pavese e cinque segnalazioni di situazioni al momento solo sospette fra i territori di Cremona, Mantova e Brescia. Tutte situazioni che in ogni caso certificano un forte aggravamento della situazione, anche perché non riguardano più i cinghiali ma la ’popolazione domestica’; dunque i suini, vittime di un netto salto di qualità per un contagio che potrebbe avere conseguenze devastanti sul comparto suinicolo e quindi sull’agroalimentare nazionale.
A fare il punto è stata quindi l’iniziativa promossa dalla Federazione Nazionale di Prodotto Allevamenti Suini di Confagricoltura; con la partecipazione del suo presidente Rudy Milani, affiancato da Davide Berta (che guida la Frp lombarda), Marco Farioli (dirigente responsabile dell’Unità organizzativa veterinaria di Regione Lombardia), e - in collegamento - dall’assessore regionale all’agricoltura, alla sovranità alimentare ed alle foreste Alessandro Beduschi. Una riunione figlia dell’emergenza e dell’urgenza, davanti a tre casi che presentano livelli differenti di gravità ma sono comunque conseguenza di una vistosa sottovalutazione del problema, di una conduzione aziendale inadeguata e che ha finito per tramutarsi in un fattore di rischio; e addirittura - nell’evento più eclatante - di un comportamento assolutamente irresponsabile per il quale non si escludono conseguenze legali.
«Così ora non c’è tempo da perdere: bisogna mettere da parte le chiacchiere, fare squadra e mettere in campo tutto quello che serve per affrontare con efficacia questo stato di cose», ha sottolineato in collegamento il presidente di Confagricoltura Lombardia, Riccardo Crotti. Da parte sua, l’assessore regionale Beduschi (in sala il Pirellone era rappresentato anche dal consigliere e componente della Commissione agricoltura, Claudio Mangiarotti) ha illustrato le iniziative già assunte, richiamato tutti al senso di responsabilità e ad un’attenzione ‘maniacale’ alle regole; confermato l’impegno massimo del suo ente, che già oggi dovrebbe sfociare in un incontro sul tema al Ministero.
«Non vi lasceremo soli; stiamo facendo e faremo la nostra parte fino in fondo - ha proseguito Beduschi -. Ma è chiaro che comportamenti irresponsabili e sconsiderati come quelli venuti alla luce in questi giorni costituiscono per tutto il comparto un pericolo ed un rischio che non possiamo più correre». Di «situazione drammatica» - del resto - ha parlato senza mezzi termini anche lo stesso Milani. Una chiave di lettura confermata poi da Farioli. «Nelle ultime due settimane - ha sottolineato il dirigente regionale - le cose sono andate davvero precipitando, rendendo necessari da parte nostre interventi anche radicali, per quanto ovviamente provvisori» (ma si parla di almeno un mese). Analizzando la ‘genesi’ dei tre focolai, Farioli non ha mancato di sottolineare la particolare gravità di quello che ha visto movimentare in meno di un mese circa 400 carcasse di suini infetti. «Così da oggi (ieri, ndr) e fino a nuovo ordine, il ‘disco verde’ alla movimentazione dei suini dipenderà dall’esito di visite cliniche ed esami di laboratorio. Nella ‘zona rossa’ è tutto bloccato, mentre per disposizione dell’Unione Europea la provincia di Pavia sarà letteralmente ‘blindata’, con ogni spostamento di capi suini vietato in assenza di una specifica deroga che deve ovviamente essere richiesta».
Rispondendo alle molte domande di quanti hanno partecipato all’iniziativa di ieri pomeriggio, Farioli ha precisato nel dettaglio un’altra serie di elementi di natura sanitaria, tecnica ed organizzativa, affrontando nel dettaglio anche il tema della biosicurezza. Sul fronte - appena accennato ma naturalmente di particolare interesse - relativo agli indennizzi per gli allevamenti colpiti dall’epidemia, ha aggiunto che quelli diretti verranno ristorati per intero da Regione Lombardia (a patto che si tratti aziende nelle quali sono state rispettate scrupolosamente tutte le regole, diversamente il diritto si perde), mentre quelli indiretti dovrebbero far capo al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Il riferimento principale per gli imprenditori è costituito dall’Ats di competenza, e anche Confagricoltura - nelle sue diverse articolazioni territoriali - è impegnata in un’azione capillare di assistenza e consulenza alle aziende. Perché se è vero che la preoccupazione è tanta, è altrettanto vero che avere le idee chiare può fare la differenza, specialmente nelle situazioni più difficili.
PAVIA - l titolare di un allevamento di suini di Zinasco, nel Pavese, e un veterinario dell'azienda sono indagati dalla Procura di Pavia con l'ipotesi di reato di non aver segnalato i primi casi di morti sospette di animali che si sono verificate all'inizio di agosto, provocando così un focolaio di peste suina. A darne notizia è oggi il quotidiano 'La Provincia pavese'. I due sono già stati ascoltati dagli inquirenti. Gli allevamenti di suini che si trovano nei dintorni di quello dove si è verificato il contagio sono stati sequestrati. A Zinasco sono due i focolai di peste suina sino ad ora accertati. (ANSA)
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