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IL PROGETTO RINATURAZIONE

L’Ue ri-boccia il Green Deal, Zaghen: stop agli estremismi

«Siamo di fronte a una buona notizia, un certo ambientalismo europeo comincia a perdere colpi»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

18 Giugno 2023 - 10:51

L’Ue ri-boccia il Green Deal, Zaghen: stop agli estremismi

CREMONA - La Nature restoration Law, la proposta europea del commissario al Green Deal Frans Timmermans, subisce una nuova battuta d’arresto. Dopo la bocciatura nelle commissioni Agricoltura e Pesca, la commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha sospeso il voto fino al 27 giugno, seguendo grossomodo la stessa linea e opponendo le stesse osservazioni.


Soddisfazione nel mondo agricolo, che sarebbe stato fortemente penalizzato dalla manovra in essere a Bruxelles che preferisce, ai campi, il verde selvatico. L’ha ribadito anche il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Ernesto Zaghen, imprenditore agricolo e consigliere della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi è d’accordo.

Stop al ‘Progetto Rinaturazione’ anche dalla commissione Ambiente. Cosa significa? E perché?
«Che ‘l’estremismo verde europeo’ comincia a perdere i colpi. Negli ultimi anni si è cercato di inculcare nella testa dei cittadini di tutta Europa, partendo dai bambini, una visione distorta dell’ambiente e una progettualità ambientale ricca di illusioni. Ora le cose cominciano forse a cambiare»

Ma l’ambientalismo non è un valore positivo? Perché opporsi?
«Essere vicini all’ambiente non è certamente atteggiamento negativo. Anzi. Pensiamo ai progressi di sensibilità che abbiamo avuto su argomenti quali i rifiuti differenziandoli, riciclandoli, usando gli scarti della cucina per produrre energia e biofertilizzanti. Arrivando anche alla drastica riduzione dei materiali che decenni fa finivano in discariche puzzolenti e pericolose per l’ambiente e per l’uomo, così come per il sempre minore utilizzo di fitofarmaci e le molecole di diserbanti biodegradabili.»

Eppure gli agricoltori italiani festeggiano per la bocciatura del provvedimento. Un motivo ci sarà...
«Perché la maggioranza che sostiene Ursula Von Der Leyen si è spaccata nella commissione Ambiente guidata dal macroniano Pascal Canfin e la spaccatura si è celebrata durante la votazione di una legge voluta da Timmermans. Il progetto vorrebbe moltiplicare i vincoli sui terreni coltivati per impedirne la coltivazione fino alla rinaturalizzazione. In sintesi: la fine dell’agricoltura moderna»

Gli ambientalisti potrebbero obiettare che si tratta di un cambiamento, prima o poi, necessario e che fa bene al pianeta e dunque a tutti. Sbagliano?
«Sì, basta fare considerazioni pratiche. Timmermans dovrebbe dirci dove andremmo a prenderci il cibo di cui ci nutriamo quotidianamente, visto che l’Europa già oggi importa milioni di tonnellate di prodotti destinati al consumo umano o animali quali grano per la pasta, riso, soia e mais. E probabilmente direbbe che dovremmo nutrirci di insetti, carne coltivata in laboratorio e latticini fatti senza latte, ma con qualche polverina magica. E la cosa più aberrante è proprio che, secondo loro, sarà solo una questione di tempo. In effetti la legge non è passata per un solo voto».

La sostanza, pare di capire, è che l’ambientalismo è un’ottima linea ma se si abbassano i toni. Giusto?
«L’appello che mi sento di fare ai cittadini è quello di pensare bene a cosa si cela dietro l’estremismo ecologico e di pensare alla concretezza del pensiero, anche sancito nella Costituzione, del ‘ Buon padre di famiglia’. Inseguire i fanatici può essere affascinante, divertente, stimolante, ma invito tutti a rimanere con i piedi per terra. Pensando al futuro dei nostri figli, alle tradizioni non solo alimentari ma di comportamento che dovremmo tramandare alle generazioni successive ricordandoci che oggi abbiamo un standard qualitativo di vita anche grazie all’agricoltura e alla facilità di accesso al cibo. Insomma, è facile fare i filosofi con la pancia piena. Se seguissimo Timmermans torneremmo cacciatori e raccoglitori. Come i Neanderthal»

In definitiva l’idea di mangiare qualche insetto, se serve, proprio non le va giù?
«Non è questo. Piuttosto, ci saranno sufficienti cavallette, grilli e libellule per sfamare 447 milioni di europei? Ma, al di là delle battute, l’ambiente è una cosa pubblica di cui tutti godiamo e si deve capire che, senza chi lo coltiva, la nostra civiltà non avrà sviluppo, sicurezza e progresso. Parole che ci hanno fatto diventare quello che siamo».

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