L'ANALISI
31 Luglio 2022 - 09:17
CREMONA - Iniziata in netto anticipo rispetto alla tempistica abituale, è chiamata a confrontarsi con parecchie incognite la campagna di trasformazione del pomodoro da industria che — come tutte le principali attività del settore primario — paga dazio alle conseguenze della siccità più pesante negli ultimi settant’anni. «Nel nostro territorio abbiamo cominciato con il pomodoro datterino il 18 luglio (almeno una settimana prima del solito), proprio a causa della siccità», spiegano Matteo Bernardi e Massimo Bacchi, rispettivamente vice presidente della Frp pomodoro di Confagricoltura e presidente della Sezione orticole della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi.
«Le rese si presentano mediamente in calo del 10/15%, attestandosi per ora tra i 700 e gli 800 quintali per ettaro, ma la qualità è buona. È legittimo ipotizzare che anche la conclusione della campagna avverrà in anticipo: tra il 10 ed il 15 settembre, mentre normalmente si arriva alla fine di settembre o addirittura ai primi di ottobre. Certo, molto dipenderà anche dal quadro climatico, perché se dalla metà di agosto in avanti continuasse a piovere i tempi si prolungherebbero, e ci sarebbe ancora meno prodotto (molto marcirebbe)».
Questo, dunque, lo stato della situazione attuale. Nel pieno di una stagione tutt’altro che facile per le imprese agricole di questo e degli altri comparti. La speranza è che arrivi qualche forma di indennizzo, per rendere meno pesante l’effetto delle perdite che inevitabilmente ci sono state. «E in alcune zone, forse, qualche danno si sarebbe anche potuto evitare», aggiunge Bernardi.
«Nel Casalasco, le aziende servite dal Consorzio di Bonifica Navarolo tramite l’impianto di Isola Pescaroli hanno scontato difficoltà più gravi rispetto alle imprese di altre zone. Ci sono stati problemi per l’impianto di sollevamento, e — per vari motivi — in alcuni giorni l’acqua è venuta letteralmente a mancare». «Altri se la sono cavata meglio: con portate anche parecchio ridotte, ma tali comunque da garantire il rifornimento di acqua in continuo. Da noi l’effetto negativo della siccità è stato purtroppo amplificato: se avessimo potuto contare sempre sulla risorsa idrica — anche poca — qualcosa in più avremmo potuto ottenere».
«Non possiamo dire adesso quali potrebbero essere le conseguenze di questo problema; temo però che, a fronte di un calo medio delle rese ipotizzato tra il 10% ed il 15%, nella nostra zona si possa arrivare addirittura al 20%-25%. Lo vedremo solo alla fine, adesso è presto per dire altro». La campagna, del resto, è appena iniziata. E potrebbero verificarsi altre incognite con le quali dover fare i conti.
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