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A San Felice-San Savino siamo cittadini inascoltati

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

09 Ottobre 2013 - 10:00

A San Felice-San Savino siamo cittadini inascoltati
Siamo cittadini residenti nei quartieri di San Felice-San Savino e da sempre abbiamo seguito con attenzione le questioni relative al previsto cavalcavia, contestando costantemente la mancata volontà di realizzare contestualmente al cavalcavia stesso, un sottopasso pedonale ciclabile, come già richiesto all’unanimità da una folta rappresentanza della popolazione alla giunta comunale, in una riunione tenutasi nel giugno 2012 presso la palestra locale. Crediamo che sia proprio dovuto a mancata volontà politica (si sostiene infatti che dipenda anche dal tipo di elettorato locale...). La scelta di non costruire il sottopasso, non può essere attribuita esclusivamente ad un problema di costi, infatti non realizzando la pista ciclabile sopra il cavalcavia si risparmierebbero i fondi per la costruzione del sottopasso pedonale stesso. Si pensi che la lunghezza del cavalcavia è di circa 600 metri e la larghezza della ciclabile, 2,50 metri, mentre il sottopasso pedonale misurerebbe 60 metri di lunghezza e 2,50 in larghezza.
Si sottolinea inoltre che la prevista pista ciclabile sopra il cavalcavia sarà comunque di difficile accesso per bambini e anziani, rendendo così paradossalmente poco fruibile dalla popolazione dei quartieri l’uso delle preesistenti piste, dirette in città e a Malagnino e contribuirebbe altresì ad isolare il territorio. E’ evidente che al dirigente tecnico comunale non piace l’area San Felice-San Savino. Egli giustifica la sua posizione contraria alla costruzione del sottopasso chiamando in causa i rischi di possibili allagamenti, dovuti a piogge e maltempo. Noi siamo invece convinti che il sottopasso pedonale di via Mantova si trovi in situazioni simili al nostro così, anche quello veicolare di via Brescia non può essere considerato diverso e quindi in qualche modo privilegiato.
Ci chiediamo ancora perché siano stati costruiti nel 2012 (quando le decisioni relative al sottopasso erano già state prese) 300 metri di pista ciclabile dall’incrocio di via San Felice/via San Savino fino al passaggio a livello, tratto che fra un anno non sarà più percorribile? Chi è il responsabile dello spreco di denaro pubblico? Sono soldi dei cittadini cremonesi gettati al vento... Non sarebbe il caso di approfondire questa questione e chiedersi come mai è stata realizzata un’opera che dopo un anno sarebbe stata buttata al vento! Purtroppo temiamo che invece tutto venga insabbiato a discapito di una amministrazione corretta e trasparente. Si consideri questo sfogo tenendo conto che, quali cittadini attenti alle realtà e alle esigenze del territorio, ci siamo sentiti progressivamente non considerati e presi in giro dai vari interlocutori politici e tecnici interpellati riguardo questo ormai annoso tema.
Enzo Cremona, Adelio Pegori, Mauro Rizzi, Ornella Chittò, Luisa Ragguaglio, Remo Fanfoni, Raffaella C’è, Roberto Soana, Maria Nolli, Maurizio Pesegani, Tiziana Galli
(Cremona)

Il sottopasso pedonale non è previsto dal progetto originale che ha avuto finanziamenti dalla Regione e dalle Ferrovie e lo stesso progetto prevede che la pista ciclabile affianchi il sovrappasso ferroviario. I tecnici assicurano che la pendenza del cavalcavia non penalizzerà ciclisti e pedoni. Per quanto riguarda la pista ciclabile costruita nel 2012 dall’incrocio San Felice-San Savino fino al passaggio a livello avete ragione, ma si tratta di un progetto portato avanti in tempi diversi.
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