Caro direttore ho letto la lettera della signora Mari e sarei interessata a contattarla in quanto anch’io sono genitore di un ragazzo con problemi di droga e, grazie a Dio, in questo momento sta vivendo in una comunità in cui ha trovato persone che lo stanno aiutando moltissimo e soprattutto hanno una professionalità che noi genitori non abbiamo. Il problema della droga è gravissimo e anche il suo giornale lo testimonia quotidianamente, per noi genitori che ci troviamo di fronte a questo problema la prima botta è data dalla vergogna "perché mio figlio, cosa gli manca, gli ho dato tutto" e se ci si ferma qui ci si chiude in se stessi mentre il problema diventa sempre più grande e ingestibile. Noi abbiamo cominciato cosìmasulla nostra via abbiamo incontrato persone che ci hanno dato consigli e da lì abbiamo bussato a tante porte e devo dire che ho trovato molta solidarietà e mai un giudizio. Sono stati anni durimala svolta è arrivata solo quando nostro figlio ha deciso di uscirne e solo questo è il primo passo verso la luce, ci vuole la volontà. Non so come andrà a finire la storia di mio figlio ma devo essere positiva perché è giovane e la vita è un dono troppo grande per sprecarlo con questo schifo. Non è bella la situazione per i nostri ragazzi nel mondo ma noi genitori non dobbiamomai dare per scontato che al nostro non possa succedere e soprattutto non pensare mai che siamo soli. mavml@libero.it
Pubblico con la massima evidenza la sua lettera perché sonomolti i genitori che vivono il suo dramma e tutti potenziali vittime. Comunicare le proprie, positive esperienze ad altri che si trovano nella medesima situazione può essere di grande aiuto, anche perché, come lei dice, questi problemi si ingigantiscono sino a diventare ingestibili se non ci si affida a persone competenti.