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In piscina ci si ammala Meglio bagnarsi nel Po

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

07 Agosto 2013 - 10:29

In piscina ci si ammala Meglio bagnarsi nel Po
In questi giorni di afa sento spesso parlare del vantaggio di bagnarsi in piscina piuttosto che nel Po. Cito qualche frase captata a caso: «Bagno in Po? No, grazie! Va bene la crisi ma non fino a questo punto!». Oppure: «Il Po? Non ci penso neppure!». E ancora: «Sinceramente in quel fiume non ci bagnerei neppure un dito del piede!». E per finire una signora coraggiosa dice di essersi bagnata persino le gambe ed ammette che non le è capitato nulla (che fortunata, aggiungo io!). Costoro sono gli amanti dichiarati dell’acqua delle piscine, vero brodo di coltura batterica, dove il cloro, le deiezioni orali, nasali ed altro provocano riniti, oftalmie, dermatiti, verruche ecc., insomma costoro non sanno di bagnarsi in un’acqua morta mentre il fiume è acqua viva che continuamente si autorigenera. E pensare che, per fare un esempio, a Roma, un paio di centinaia di metri a valle della Cloaca Massima (la fognatura che da millenni scarica nel Tevere le acque nere della città), le acque sono perfettamente pulite. Come è possibile che in questa pianura padana la gente sia diventata così sensibile ed esigente da rinnegare il suo fiume? Meglio così! Lo si lasci dunque solo a chi lo sa apprezzare e godere. Ernesto Biagi
(Casalmaggiore)

Anni e anni di allarme per le condizioni disastrose del Po ci hanno progressivamente allontanato dal fiume che oggi non è più considerato un luogo dove bagnarsi in sicurezza. Lettera come la sua ci aiutano a ricordare ai lettori che la situazione è cambiata e che le splendide spiagge del Po possono essere di nuovo frequentate con la massima tranquillità.
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