Egregio direttore, sono un pensionato settantenne che si diletta con il computer, sia per leggere i giornali ‘on line’, La Provincia compresa, sia per tenere i conti di casa e per organizzarmi qualche viaggio. La premessa per precisare che, pur non essendo esperto, mi arrangio con il computer. Dovendo preparare la documentazione per il Caaf (per il 730), devo quindi scaricarmi il Cud dal sito dell’Inps. Il problema inizia con l’utilizzo di un Pin già in mio possesso dall’aprile 2011. Questo Pin, di ben sedici segni alfanumerici e recapitatomi con due distinte lettere di otto segni ciascuna, non è più valido. Si deve attivare una nuova procedura che comporterà il ricevimento del nuovo Pin, sempre in due parti, una con sms sul cellulare, e l’altra che mi sarà recapitata con lettera al domicilio anche se ho segnalato di avere un mail (con tempi di attesa più lunghi). Il bello è che, quando sarò in possesso del nuovo Pin, questo, sempre con procedura in computer, sarà sostituito da altro Pin di solo otto segni che, finalmente, dovrebbe consentirmi di scaricare il cud dal sito dell’Inps (con ricerca non agevole fra tutte le possibilità di accedere ai servizi). Io non capisco la complicazione della procedura (serve anche, oltre al codice fiscale, il numero della tessera sanitaria) per scaricare un semplice modulo (la privacy mi sembra solo una grande scusa, visto che quasi tutti i pensionati e dipendenti si rivolgono ai Caaf). Tralascio ogni commento, per non rischiare di essere querelato, però mi piacerebbe conoscere quanti ricorreranno al fai da te, o quanti saranno costretti a rivolgersi ai Caaf, con indubbio aggravio di tempi e costi. Pierino Parizzi (pieropa@alice.it) L ’ufficio complicazioni affari semplici purtroppo non conosce crisi. Capisco l’esigenza di informatizzare e sveltire il rapporto con i cittadini utenti, ma così facendo mi pare che si ottenga il risultato esattamente contrario. E penso anche con tristezza a tutti quei pensionati che non hanno la sua consuetudine con il computer.