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LA STORIA

«Volerò alto», Sveva in Aeronautica

Il saluto militare con il padre ex comandante di Polizia locale commuove Monticelli

Elisa Calamari

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31 Agosto 2025 - 05:10

«Volerò alto», Sveva in Aeronautica

MONTICELLI - Fra i 519 allievi della Scuola volontari dell’Aeronautica militare che hanno giurato nei giorni scorsi a Taranto c’era anche una monticellese: la ventenne Sveva Misseri, che ha studiato all’Itis di Cremona. Figlia dell’ex comandante della Polizia locale di Monticelli e dell’Unione della Bassa, Massimo, che oggi guida la Polizia di Cusano Milanino, la giovane ha ora il grado di aviere e per lei si aprono dunque le porte della carriera militare.

«Il desiderio di indossare una divisa mi accompagna fin da bambina – spiega Sveva –. Con gli anni è diventato più di un sogno: un vero obiettivo da realizzare. Quando si è presentata la possibilità di entrare in Aeronautica, non ho avuto dubbi. Per me significa coronare un progetto di vita che coltivo da tempo, oggi provo grande soddisfazione e orgoglio nell’aver intrapreso questa strada». Il modello di riferimento per eccellenza è naturalmente il padre, con il quale subito dopo il giuramento ha scambiato il saluto militare, non senza emozione: «Crescere vedendolo vivere ogni giorno i valori dell’Arma, con disciplina, impegno e senso del dovere, ha fatto nascere in me la volontà di seguire le sue orme. Più che un esempio, per me è stato una guida costante».

Il percorso di preparazione che ha preceduto il giuramento a Taranto non è stato privo di sacrifici: «Abbiamo appreso i fondamenti della vita militare – racconta la ventenne –: la marcia, i comandi, il saluto e soprattutto il rispetto reciproco. Ma c’è anche un lato umano molto forte: condividere la quotidianità con ragazzi e ragazze sconosciuti e trasformarli in compagni, creando rapporti di solidarietà e amicizia che vanno oltre l’addestramento. Accanto a queste attività, ci sono state lezioni teoriche: disciplina militare, regolamenti, primo soccorso, sicurezza, difesa, storia e organizzazione delle Forze Armate. È stato un percorso impegnativo, che si è concluso con una prova finale a confermare la preparazione raggiunta».

Sveva spiega che la Scuola dell’Aeronautica di Taranto «è molto più di un semplice luogo di formazione: è un ambiente in cui si vive e si cresce». Ci sono palazzine per i dormitori, alloggi per il personale, una mensa enorme capace di servire centinaia di ragazzi tre volte al giorno, un circolo ricreativo, aule studio, un’aula magna, spazi verdi per il tempo libero e persino un hangar affacciato al mare. «Proprio lì abbiamo vissuto il giorno del giuramento insieme alle nostre famiglie – continua la monticellese –. Dal punto di vista organizzativo, la struttura ricalca la gerarchia tipica delle Forze Armate: alla base ci siamo noi allievi, guidati da istruttori, sottufficiali e ufficiali fino al comandante della scuola, che rappresenta il vertice. È un ambiente molto formativo, sia a livello professionale che personale».

Nei prossimi mesi affronterà un corso di specializzazione come tecnico chimico, che le permetterà di acquisire le competenze per il reparto al quale sarà destinata. La giovane intende crescere senza bruciare le tappe, ma ha voglia di arrivare lontano: «Vorrei avanzare nei gradi e assumere incarichi sempre più rilevanti, in particolare legati all’ambito tecnico per cui mi sto formando. Ma non è solo una questione di carriera: mi piacerebbe poter contribuire con il mio lavoro alla sicurezza del Paese – sottolinea – e allo sviluppo dell’Aeronautica Militare, mantenendo sempre vivi i valori che mi hanno guidata fin qui».

Prima di lasciarla ai suoi doveri, le chiediamo com’è la giornata tipo all’interno della struttura di Taranto: «La sveglia è alle 6 – racconta – e in mezz’ora bisogna sistemare la stanza e prepararsi. Alle 7.30, subito dopo colazione, si partecipa all’alzabandiera, che è un momento solenne e molto sentito, perché segna l’inizio ufficiale delle attività. Dalle 8 a mezzogiorno seguiamo le lezioni del mattino, poi pranzo in mensa. Nel pomeriggio si riprende con altre ore di lezione, sia teoriche che pratiche, fino alle 17.45. Dopo la cena, prevista alle 19, abbiamo un po’ di tempo libero, che può essere dedicato allo studio personale o a momenti di svago. La giornata si conclude alle 22 con il contrappello, in cui viene verificata la presenza di tutti gli allievi. È una routine intensa, ma dà struttura e disciplina. Aiuta a crescere».

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