L'ANALISI
21 Settembre 2015 - 11:32
Ho letto con attenzione la vicenda relativa alla signora Azzolini che ha dichiarato di voler ripensare all’opportunità di fare una donazione cospicua all’azienda Cremona Solidale, in seguito alla sostituzione del direttore generale dottor Gipponi.
Ho avuto modo di frequentare l’azienda ma non conosco il dottor Gipponi e quindi non entro nel merito delle sue capacità, non è questo il punto; faccio presente alla signora Azzolini che la beneficenza è beneficenza e non deve diventarne uno strumento di ricatto. Negare la donazione per questi motivi equivale al caso di un magnate che donando soldi allo Stato, si arrogasse il diritto di scegliere chi ci governa. Cremona Solidale è un’azienda pubblica idealmente di proprietà dei cremonesi, fare una donazione non significa acquisirne una quota societaria.
Signora Azzolini, è vero che Cremona Solidale è ben felice di avere tanti benefattori, ciò non significa che sia nelle condizioni di dover dipendere dalla carità di nessuno.
Gli ospiti che lei vede «felici» lo sono perché l’azienda si avvale di professionisti capaci ad ogni livello (medici, infermieri, ausiliari, ecc).
Chiudo permettendomi di osservare che la beneficenza più autentica è quella che si fa in silenzio e senza chiedere nulla in cambio.
Giuliano Ruggeri
(Cremona)
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