L'ANALISI
20 Maggio 2015 - 10:50
Memore delle gite a cui ho partecipato durante il mio percorso scolastico, non mi capacito di come possa finire in tragedia una bella parentesi vissuta al di fuori delle aule. Da alunni, le gite le organizzava la parrocchia per visitare i santuari. Per gli studenti delle medie inferiori era d’obbligo visitare i luoghi delle battaglie delle Guerre d’Indipendenza, il Museo Egizio e Risorgimentale. Gli studenti maturi dovevano transitare in qualche realtà operativa nel settore della loro specializzazione. Si partiva con lo zainetto pieno di panini imbottiti e gli animi stracolmi di gioia. Si cercava di unire l’utile al dilettevole, concedendo la giusta misura a ciò che sarebbe servito per la verifica in classe del giorno dopo e la ‘conquista’ della ragazza che non avevamo mai avuto il coraggio di avvicinare. Probabilmente i tempi sono cambiati e con essi, i parametri delle soddisfazioni. Trasgredire e strafare, che non ci si possono permettere tra le strette pareti di un’aula, diventano un passaggio obbligato non appena si acquisisce maggiore libertà e i rischi, nel contempo, diventano sproporzionati e si possono pagare a caro prezzo.
Bruno Tanturli
(Crema)
Qualcuno mette in discussione le gite scolastiche, altri le abolirebbero. Molti insegnanti non vogliono accompagnare i ragazzi, troppo grande la responsabilità. Credo che abolirle sarebbe una sconfitta per la scuola intesa come istituzione e presidio educativo.
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