Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Apertuna straordinaria del complesso di San Sigismondo

Saranno accessibili gli ambienti normalmente non fruibili per le regole della clausura

Eventi & Appuntamenti

Email:

eventi@laprovinciacr.it

09 Settembre 2024 - 14:31

Apertuna straordinaria del complesso di San Sigismondo

La pala d’altare di Giulio Campi

Apertura straordinaria del complesso di San Sigismondo:

Domenica 15 settembre visite guidate dalle ore 9 alle ore 10:30 e dalle ore 14:00 alle ore 17:30.

Accesso senza prenotazione, con possibilità di lasciare un’offerta a supporto della comunità monastica domenicana femminile di San Giuseppe e del completamento del nuovo impianto di illuminazione.

Durante le visite saranno accessibili i locali normalmente non fruibili per le regole della clausura (accesso a tutte le cappelle, al presbiterio, al chiostro e al refettorio).

 

Un ricordo di Maria Luisa Ferrari
Una delle letture fondamentali per conoscere la storia della chiesa di San Sigismondo a Cremona è la monografia scritta da Maria Luisa Ferrari e pubblicata dalla CARIPLO proprio 50 anni fa, nel 1974. Nonostante sia passato molto tempo, il testo è ancora incredibilmente attuale per chi volesse ripercorrere le principali vicende pittoriche del Manierismo cremonese e la storia dell’architettura lombarda del Rinascimento, con il prezioso supporto documentario inserito in chiusura.

Maria Luisa Ferrari. Una studiosa importante nel panorama storico-artistico italiano degli anni centrali del Novecento non ancora sufficientemente valorizzata dalla critica, se si escludono i contributi di Marco Tanzi e, soprattutto, di Beatrice Tanzi, che le ha dedicato un significativo intervento in occasione del convegno “Le donne storiche dell’arte tra ricerca, tutela e valorizzazione” tenutosi a Macerata e Genova nel 2022. Dalle parole di Beatrice emergono la competenza, la passione e l’autonomia critica di Maria Luisa, laureatasi nel 1954 con Edoardo Arslan a Pavia con una tesi su Giovan Pietro da Cemmo, per poi frequentare i corsi di Roberto Longhi alla Scuola di Perfezionamento in Storia dell’Arte di Firenze. Un passaggio non indolore per la studiosa, determinata a proseguire il proprio percorso a prescindere dai “maestri” e cercando di rimanere indenne alle “guerre di religione” tra le varie scuole di accademici che, negli anni Cinquanta, avevano ripreso particolarmente vigore.

Dopo gli studi il percorso della Ferrari prosegue tra incarichi in Soprintendenza e in Università, parallelamente ai quali si dedica a contributi critici particolarmente significativi, come la fondamentale riscoperta del trevigliese Bernardo Zenale, tra i protagonisti del Rinascimento lombardo, e le ricerche su Bonifacio Bembo, Altobello Melone, Calisto Piazza e Girolamo Romanino, di cui pubblica la monografia nel 1961. Oltre a questioni di filologia e pittura, Maria Luisa approfondisce anche questioni di carattere architettonico, come si evince dal suo coinvolgimento al Congresso internazionale di studi bramanteschi del 1970 e dalla monografia di San Sigismondo.

Dopo aver tracciato brevemente il contesto storico-politico e il ruolo della committenza, con un focus specifico sulla figura di Bianca Maria Visconti, il testo dedicato al tempio gerolamino riserva uno spazio autonomo proprio alle sue vicende edilizie: riprendendo la propria tesi sull’architettura locale del periodo, generalmente riferita a Bernardino de Lera e famiglia ma in cui la studiosa vi scorge una marcata influenza bramantesca, si ipotizza che in seguito a una prima fase costruttiva modellata su un progetto convenzionalmente assegnato a Bartolomeo Gadio, “siano intervenute varianti sostanziali soprattutto nella chiesa” ascrivibili ad Agostino De Fonduli, tra i primi collaboratori di Bramante nel ducato milanese e a cui i costruttori cremonesi avrebbero guardato.

La grande stagione pittorica della maniera cremonese è la protagonista del capitolo successivo del volume, la cui scrittura raggiunge vertici letterari che sembrano rievocare il dettato poetico di Roberto Longhi di inizio secolo. Di grande impatto è il racconto della decorazione del presbiterio dove, a partire dal 1535, “brilla l’estro geniale” di Camillo Boccaccino, figlio del celebre Boccaccio e protagonista della scena artistica cittadina del momento. Nella conca absidale le “pennellate vigorose e costruttive nel colorito focoso” illustrano il Redentore tra angeli ed evangelisti, facendo incontrare l’illusionismo emiliano del Correggio con la brillante tavolozza di Tiziano e con alcuni preziosismi luministici, come nella figura di San Giovanni la cui “clamide macchiata dall’ombra del cartiglio” è un “pensiero che trae direttamente dal Pordenone”. Con lo stesso passo la studiosa descrive la monumentale pala d’altare di Giulio Campi, sottolineando la matrice raffaellesca della Vergine e di Santa Daria “contro uno sfondo di paese mosso e contrastato di chiara impronta ferrarese”. Il racconto si muove poi lungo la navata e passando in rassegna le cappelle “manieriste” del complesso, fornendo riflessioni molto interessanti che, oltre a rimettere ordine tra i problemi aperti sul periodo, aiutano a contestualizzare l’attività dei grandi maestri del Cinquecento cremonese con i principali scenari culturali dell’epoca, di cui Cremona era in parte crocevia. Il tutto servendosi sempre di una sintassi elegante, con pinnacoli poetici sostenuti da precisazioni lucide e rigorose, che rendono la monografia di San Sigismondo non solo un testo scientifico ma anche una piacevole lettura.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi