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“Illusioni oniriche”, esposizione personale di Marco Piccinelli

Pennarelli e inchiostri su tavole con particolari pigmentazioni

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07 Maggio 2024 - 10:58

“Illusioni oniriche”,  esposizione personale di Marco Piccinelli

Dall’8 maggio all’11 giugno il Centro Arte Perini ospita la mostra personale dell’artista Marco Piccinelli.

Bresciano, ha frequentato il Liceo Artistico a Lovere e si è laureato al Politecnico di Milano in Architettura. Vive e lavora a Modena. Si dedica con passione al design d’arredo e di oggetti d’uso. Dopo la personale d’esordio alla Galleria Sartori di Mantova, ha proposto con successo i suoi lavori in altre, prestigiose sedi, fra cui la Galleria Il Melograno di Livorno e la Galleria Sala di Portovenere. Ha preso parte anche a importanti rassegne internazionali e ad “ArtePadova”, conseguendo positivi consensi di critica e pubblico.

L’esposizione, intitolata “Illusioni oniriche, è composta da opere eseguite con una originale tecnica che comprende un impiego raffinato e sicuro di pennarelli e inchiostri su tavole, oltre a particolari pigmentazioni.

«In esse, spiega il curatore, Simone Fappanni, convergono suggestioni provenienti tanto dalla surrealité quanto dalla metafisica di matrice dechirichiana. Il risultato complessivo che ne deriva è quello di un potente caleidoscopio di immagini, tutte mentali, che si formano progressivamente, ma irresistibilmente, nella mente del fruitore che ne rimane immediatamente sedotto. Ecco allora che nei gangli metamorfici di colori, segni e linee Piccinelli esprime pienamente se stesso, i suoi stati d’animo, con particolare riferimento alle emozioni e alle sensazioni che traspone abilmente sul supporto secondo una precisa poetica in cui tutto è “in divenire”. E, in tutto ciò, si coglie pienamente quel tempus fugit che segna lo scorrere incessante del tempo e quel richiamo a esserci, e non solo a sopravvivere, tanto caro alla filosofia di matrice heideggeriana. L’inconscio diventa, in questo modo, un inesauribile fonte da cui dedurre opere che sono irripetibili nella loro infrangibile unicità, una sorta di “teatro barocco”, secondo la definizione cara all’artista, a cui tutti siamo invitati a partecipare, non come semplici spettatori, ma come protagonisti. Siamo, quindi, di fronte, a una capacità meta-narrativa autentica, davvero contemporanea e originale».  

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