L'ANALISI
02 Maggio 2024 - 14:27
Il maiale nella storia, nella società e nell'economia cremonese, con una puntatina sulla gastronomia e gli effetti (se ce ne sono) sulla salute.
Questi i punti cardine che toccherà il convegno che si terrà sabato 4 maggio in sala Puerari dalle 16. Alla fine dell'incontro verranno distribuiti gli atti. Il convegno, ormai diventato un appuntamento fisso, è organizzato dall'Inner Wheel di Cremona, distretto 206 Italia presieduto da Luisa Mondini Dondè che spiega: «In occasione della ricorrenza del trentennale della fondazione, anche quest’anno proseguendo una consuetudine che si rinnova dal 2014, Inner Wheel Club di Cremona celebra l’anniversario donando alla città un service culturale».
Il convegno e la pubblicazione, che ha per titolo 'Il maiale nella storia e nell'alimentazione a Cremona', sono stati curati da Riccardo Groppali, già docente all'Università di Pavia, ricercatore e naturalista e sarà proprio lui, dopo i saluti della presidente ad aprire gli interventi con una relazione documentatissima e accattivante su 'un animale particolare' che «veniva allevato in tutte le cascine e forniva grassi per cucinare e carni che si potevano conservare a lungo: era una delle risorse alimentari più importanti delle famiglie contadine. Non a caso molti salvadanai del passato avevano la forma d’un maialino di color rosa confetto, nata nell’Inghilterra del Diciottesimo Secolo e che ha avuto un successo straordinario». Groppali poi spiega come si passa dal cinghiale al maiale e cosa abbia significato per tutti i popoli dell'antichità, passando, ovviamente dalle caratteristiche zoologiche e sfatando non pochi luoghi comuni.
A seguire interverrà Fulvio Stumpo, giornalista e ricercatore, che relazionerà, con molte curiosità e aneddoti, sul perché della fortuna del maiale a Cremona e sulle leggi che regolavano i mercati suinicoli e il commercio interno ed 'estero' nel medioevo cremonese, dove si vendevano i maiali, dove erano le botteghe, chi li vendeva, fino a raccontare un episodio storico, che ha come protagonista, suo malgrado, una scrofa.
Giovanni Gusberti, da Stagno Lombardo, spiega nel suo scritto cosa voleva dire allevare un maiale nelle famiglie, con bellissimi richiami dialettali: «Dopo che tra dicembre e i primi di gennaio era stato ucciso il vecchio occupante e le sue carni erano state lavorate, il suo alloggio veniva ripulito per bene e veniva acquistato un porcellino d’un paio di mesi, già svezzato. Perché ogni famiglia contadina allevava il suo maiale, che avrebbe fornito carne e grassi per cucinare tutto l’anno».
Franco Lavezzi, funzionario dell'amministrazione provinciale, passerà dall'animale domestico (o quasi) al parente selvatico, il cinghiale, con il quale spesso ha a che fare per lavoro, facendone il ritratto e spiegando la situazione cremonese: «I cinghiali sono animali sociali, che vivono in gruppi composti generalmente da poche femmine adulte con i propri figli, guidate dalla scrofa più anziana; in alcune zone con grande ricchezza di cibo, tuttavia, si trovano raggruppamenti comprendenti anche più di cinquanta animali, spesso frutto della fusione di più nuclei distinti. I maschi più anziani conducono una vita solitaria per la maggior parte dell'anno, unendosi ai gruppi di femmine nella stagione riproduttiva, anche a seguito di lotte furibonde tra i competitori, mentre i maschi giovani tendono a riunirsi in gruppetti».
Infine a tirare le somme sarà Giuseppina Palazzoli, medico dietologo che analizzerà l'importanza di tutti i grassi, animali e vegetali, di cui ha bisogno l'organismo umano, solo un ultimo paragrafo sarà dedicato al maiale e alle sue carni: con una sorpresa.
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