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L'importanza di Ben Woodside per la Vanoli

Ecco i tre motivi per cui il nuovo play sarà importante per le fortune della squadra di Gresta

Michele Talamazzi

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talamazzi@gmail.com

20 Agosto 2013 - 11:30

L'importanza di Ben Woodside per la Vanoli

Ben Woodside

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Ben Woodside è il nuovo play della Vanoli. Arriva con grandi aspettative e responsabilità, perché sarà chiamato ad essere il direttore d'orchestra d'uno dei gruppi più talentuosi (almeno nei ruoli esterni) che Cremona ricordi. Sarà, per ruolo ma soprattutto per caratteristiche, il giocatore più importante per le fortune della squadra di Gresta. Ecco perché.

1) Il pick and roll. Fonte di quasi tutti i giochi nella pallacanestro moderna, avere un giocatore che sappia interpretarlo in tutte le sue declinazioni è fondamentale. L'anno scorso questo giocatore era Luca Vitali, oggi è Woodside. Ha il primo passo per prendere quasi sempre un vantaggio, il ball-handling e il controllo del corpo per tenersi aperte tutte le opzioni, e nel suo quadriennio europeo è migliorato per letture: sarà soprattutto lui che dovrà servire i “roll” di Watson e i “pop” di Spralja e Ndoja, ma anche creare gli scarichi per i tiratori come Jackson, Chase e Rich.

2) E' un attaccante. Woodside arriva dalla Turchia con la fama dell'assist-man, ma nasce come attaccante. A North Dakota State ha chiuso le ultime due stagioni oltre i 20 punti di media (23.2 da senior), ed ha regalato serate magiche come i 60 punti contro Stephen Austin o i 37 al primo turno del torneo Ncaa 2009 contro Kansas. Da talento abituato a giocare un po' fuori dagli schemi, è diventato un regista nel vero senso della parola, ma la maggior parte dei suoi passaggi smarcanti li crea sempre “attaccando”, dal pick and roll o dal palleggio. Ha 20 punti nelle mani, come Rich, Chase e Jackson: per la Vanoli sarà fondamentale che sia sempre pericoloso, in modo da togliere pressione ai compagni. 

3) La difesa. Non è certamente il suo pezzo forte, ma anche in questo caso è migliorato parecchio rispetto alle pause che si prendeva ai tempi del college. Woodside è 180 cm scarsi ed ha poca fisicità: come riuscirà a contenere i playmaker avversari sarà una prima chiave difensiva per la Vanoli. L'altra sarà data dall'efficacia delle possibili soluzioni (zone, scelte difensive o adattamenti) che Gresta studierà, se necessario, per nascondere i limiti fisici della “banda bassotti” biancoblù, composta da tre giocatori vicino al metro e ottanta (Woodside, Chase e Jackson) e da un'ala piccola (Rich) di 193 cm.

© RIPRODUZIONE RISERVATA DI TESTI E FOTO

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