L'ANALISI
PILLOLE DI SALUTE
06 Novembre 2025 - 05:30
CREMA - Laurea in medicina e chirurgia e specializzazione in Pediatrie, conseguite all’università di Pavia, ma anche un master in pneumologia e immunoterapia dell’età evolutiva, Maddalena Leone, dal maggio 2023, è primario del reparto che si occupa dei piccoli pazienti dell’ospedale Maggiore, dopo aver lavorato al San Paolo e al Niguarda di Milano, ma anche al Civile di Legnano.
Dottoressa, cos’è il virus sinciziale?
«È un virus respiratorio estremamente contagioso. Nei bambini più grandi e naturalmente negli adulti può provocare solo un banale raffreddore, mentre può ingenerare sintomi respiratorie molto gravi nei neonati e nei lattanti».
Quindi, si tratta della fascia maggiormente a rischio?
«Sì, perché il neonato ha un sistema immunitario che è ancora immaturo, il che riduce la capacità di difendersi in maniera adeguata dalle infezioni. In più, il virus crea un processo infiammatorio a livello delle vie aeree, che causa nei piccoli un’ostruzione importante, dando quadri di insufficienza respiratoria acuta».
Quali sono i sintomi?
«Può iniziare con una forma respiratoria qualunque, quindi il raffreddore, la tosse, ma ha un andamento che può modificarsi anche molto rapidamente. Per cui, soprattutto i bimbi più piccoli iniziano ad accusare i sintomi dello stress respiratorio, quindi una frequenza respiratoria aumentata. Spesso, hanno un rifiuto completo dell’alimentazione e si possono avere anche degli episodi di apnea che risultano essere particolarmente pericolosi. Si tratta, di fatto, l’interruzione del respiro».
Quando è il momento di rivolgersi al pediatra, o comunque di recarsi in Pronto soccorso?
«Indubbiamente, quando compaiono i sintomi più seri di cui parlavamo: va valutato se subentri una difficoltà respiratoria importante, quindi anche con dei meccanismi per il compenso».
Come si cura, di norma, questo tipo di infezione?
«In realtà, la terapia è solamente di supporto, non ne esiste una specifica. Di supporto significa che si fa un’idratazione se il bambino rifiuta l’alimentazione, ma il cardine è l’ossigenoterapia, implementata a seconda della gravità del quadro clinico. Ovviamente, quando l’insufficienza respiratoria diventa molto molto grave, quindi anche con questi presidi non si riesce a compensare il quadro, alcuni di questi bimbi possono richiedere un trasferimento in terapia intensiva».
Come è possibile prevenire il contagio?
«A parte le misure ordinarie di prevenzione, quindi importantissimo il lavaggio delle mani, vi sono strategie di prevenzione del virus sinciziale. Esiste un vaccino per le donne in gravidanza, che offre una doppia protezione: per la mamma stesse e il bambino. Ma anche una profilassi per il bambino. Prima del 2024 esisteva un solo anticorpo monoclonale, che veniva somministrato come prevenzione, ma in categoria di bambini considerate particolarmente a rischio. Dal 2024, invece, abbiamo finalmente a disposizione un anticorpo monoclonale per tutti i neonati».
È già stata avviata la campagna vaccinale specifica, come sta andando?
«Assolutamente bene. Nel nostro punto nascita abbiamo iniziato quest’anno dal primo di ottobre, quindi prima rispetto al 2024, perché l’anno scorso la campagna è stata avviata il primo novembre. Per tutti i bimbi che nascono da noi proponiamo quindi questo tipo di immunizzazione, che copre tutti i cinque mesi del periodo stagionale, in cui il virus è presente. Lo somministriamo, previo consenso dei genitori, nella seconda giornata di vita. E dato che è importante informare bene, facciamo già una campagna mirata, sia durante i corsi di preparazione al parto, sia quando i bimbi vengono alla luce. Questo vale per tutti i piccoli nati dal primo di ottobre fino al 31 di marzo. Per tutti gli altri bimbi, quindi quelli dal primo aprile al 30 settembre, l’immunizzazione viene comunque garantita o presso il centro vaccinale, oppure attraverso i pediatri di libera scelta, che aderiscono alla campagna vaccinale».
Mentre per i bambini con particolari patologie, nati nel 2024?
«In questi casi, è possibile anche sottoporli anche a una seconda immunizzazione».
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