L'ANALISI
JUKEBOX GRIGIOROSSO
21 Dicembre 2025 - 15:42
CREMONA - Quando andavo a scuola, c’era una materia che non si imparava sui banchi. Una materia senza registri e senza voti, ma che tutti praticavamo con passione: lo sgambetto. Lo si faceva tutti, alla prima occasione si sgambettavano i compagni, e i più audaci anche le compagne. Poi c’erano i virtuosi, capaci di sgambettarti nel modo e nel momento perfetti per farti cascare con precisione chirurgica in una pozzanghera, o, dato che allora d’inverno nevicava, in un mucchio di neve, preferibilmente sporca.
Non so come andava a scuola Federico Ceccherini, ma se la sgambettologia fosse stata materia di studio il suo posto sarebbe stato non al banco, ma in cattedra. Poi come dice il proverbio impara l’arte e mettila da parte. E Federico la sua arte l’ha messa a profitto, salvando la Cremo da una nuova sconfitta che senza il suo sgambetto a Cancellieri sarebbe stata quasi garantita.
Ma iniziamo dal principio, anche se di tutto quello che è successo nei novantatré minuti precedenti c’è poco da dire. Il primo tempo è stato un inno alla noia, con la Cremo che controllava senza affanni una Lazio prevedibile e imprecisa, senza peraltro riuscire a costruire niente. D’altronde la scelta di Grassi con Vandeputte in panchina aveva già messo in chiaro che Nicola privilegiava la fase difensiva. E infatti la Cremo, con Folino per la prima volta titolare al posto di Bianchetti, è stata brava finché si è trattato di controllare gli avversari. Per il resto, solo Barbieri ha costruito qualcosa. Johnsen tornato titolare ha presto fatto capire che non era una partita fatta per lui.
Secondo tempo un filo più mosso, ma per Audero ancora parate di routine e per Provedel nemmeno quelle. Una palla da gol per la verità c’è stata, e l’ha avuta la Cremo, su cross perfetto di Bonazzoli per Vardy. Il quale farebbe bene cambiare bibita preferita. Dicono che Jeamie si scoli lattine di quella bevanda energetica che ti dovrebbe mettere le ali, ma a lui al momento buono le ali non le ha messe per niente, dato che non è riuscito a staccarsi da terra di un centimetro e il suo colpo di testa ha mancato di grosso il bersaglio.
Le sostituzioni hanno cambiato qualcosina, la Cremo ci ha timidamente provato, a rischio di lasciare qualche spazio alla Lazio. Ma lo zero a zero sembrava l’esito ovvio di una partita così povera, fino al minuto 93. Qui Vardy ha guadagnato una punizione, e vattelapesca cos’è saltato in mente ai nostri eroi, che si sono riversati nella trequarti avversaria come se ci fosse da tentare una disperata rimonta, lasciando solo Bondo a montare la guardia ad Audero. Così quando Guendouzi è scappato, i nostri hanno reagito come piccioni spaventati dallo scoppio di una castagnola. Palla a Cancellieri, che ancora un passo e sarebbe stato in area da solo davanti ad Audero.
E qui Ceccherini ha rispolverato l’antica arte dello sgambetto, stendendo l’avversario un attimo e un passo prima dell’irrimediabile. Beccandosi il cartellino rosso, ma salvando la squadra dalla beffa che peraltro si era andata a cercare in un momento di follìa collettiva.
Il Jukebox Grigiorosso suona una canzone di Nini Rosso, una qualunque. Per quel rosso a Ceccherini il giudice sportivo darà una squalifica, ma l’università del calcio di Cremona gli dà la laurea ad honorem in sgambettologia.
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