L'ANALISI
Una storia tutta da leggere ad alta voce ai propri figli
11 Maggio 2016 - 14:43
Paola Mastrocola
‘L’ anno che non caddero le foglie’, Guanda
168 pagine, €13
Una timida scoiattolina che abita su un albero cavo aspetta che cadano le foglie per vedere il baldo volpacchiotto che ama. Ma una foglia che si è innamorata di un altra foglia chiede all’albero a cui appartiene di non cadere. Due storie d’amore si intrecciano e il bene di una diventa il male dell’altra, nel nuovo libro ‘L’anno che non caddero le foglie’ di Paola Mastrocola che ha scelto la favola per raccontare «il nostro destino transitorio. Ma quando noi siamo felici pensiamo mai che stiamo causando infelicità ad altri? L’amore ti porta a una dimensione eterna che è il contrario della morte», dice la Mastrocola. «Sono felice — spiega — di essere arrivata alla letteratura per ragazzi». Vincitrice del Premio Campiello nel 2004 con ‘Una barca nel bosco’, già autrice di romanzi favola come ‘E se covano i lupi’, la Mastrocola firma anche le illustrazioni de ‘L’anno che caddero le foglie’. «Sono partita da un’immagine. Quella degli alberi che ho davanti alla mia casa e mi sono chiesta: ‘ma se un anno le foglie non cadessero?’», dice l’autrice che ha una grande passione per le fiabe. «Hanno la meraviglia dell’atemporalità. Durano da millenni. Sono la libertà. Sono senza tempo, come i miti che ci parlano ancora oggi. Se volessi parlare dei migranti attuali racconterei di Enea». Questo romanzo-fiaba ha in fondo un impianto filosofico. «C’è un dialogo metafisico sul futuro quando le due foglie si interrogano sulla caduta, la trasformazione e il ritorno. C’è un enorme domanda sul nostro destino dopo la morte e una presa in giro delle nostre teorie metereologiche. Solo la scoiattolina si accorge che le foglie non cadono, il mondo intorno se ne infischia. Lei prende il suo fagotto e indaga, interroga più persone fra cui gli studiosi che studiano tanto e non sanno nulla», spiega. La scoiattolina si avventura in un’indagine che finirà per sollevare interrogativi importanti sulla felicità e sulle leggi della natura. Terzo grande protagonista della storia è il vento che diventa il deux ex machina. Quando scrivo, racconta la Mastrocola, «penso sempre che un libro lo possono leggere tutti. A mio figlio quando aveva due anni leggevo poesie di Montale. Non le capiva però le sentiva. Mi piacerebbe che gli adulti si abituassero al fatto che la favola non è un genere per bambini. E’ un altro modo per raccontare le storie. Mi piacerebbe che il libro fosse letto dagli adulti ai bambini ad alta voce». Perché questa è una storia di vento, di timidezza e di coraggio, di ribellione e di saggezza.
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