''Il caso Kakoiannis-Sforza''
di Francesco Recami
pagine 378, € 14
Sellerio
Squadra che vince non si cambia e Francesco Recami con Il caso Kakoiannis-Sforza propone al lettore la quarta puntata della saga della ‘casa di ringhiera’. Ambientazione milanese, popolare ma non troppo: i condomini che si affacciano sul cortile sono presi dalle loro quotidiane questioni, destinati forse a non incrociarsi mai. Ma quando succede, sono fuochi d’artificio perché Recami è abilissimo nel dare vita a una commedia degli equivoci che rasenta la perfezione. In questo affresco corale vividissimo, alcuni personaggi spiccano più di altri, a cominciare da Amedeo Consonni. Tappezziere in pensione che la fissa per la cronaca nera ha trasformato in un archivista di ritagli di giornale, l’Amedeo ha una figlia perennemente sull’orlo di una crisi di nervi, un nipotino quattrenne che prende a cazzotti i coetanei ai giardinetti, e una quasi fidanzata, la cui improvvisa e inusitata ricchezza ha avuto una spiegazione ne Il segreto di Angela. Ora, mentre quest’ultima è impegnata a recuperare il manoscritto della sua confessione, Consonni è invitato a cercare la figlia, forse rapita di certo viziatissima, di una protagonista indefessa delle riviste di gossip. A corollario della vicenda principale si intrecciano — con effetti spesso devastanti e dirompenti — le vicende degli altri abitanti della casa. C’è il De Angelis, un anziano che passa le giornate a lustrarsi la macchina e che si innamora di una procace ristoratrice siciliana; c’è la matura signorina Mattei-Ferri che da una vita percepisce la pensione di invalidità senza averne diritto e che per questo se ne sta su una carrozzina di cui non avrebbe bisogno, appollaiata alla finestra a spiare i movimenti dei vicini; c’è Antonio, un muratore tutto muscoli implicato (forse) in un sordido misfatto a cui Angela cerca di insegnare le buone maniere; c’è la figlia di Angela, convinta che la madre sia affetta non solo da demenza precoce, ma che abbia trovato nel muscoloso muratore un amante focoso. Insomma, intorno alla casa di Recami ruota un mondo che è al tempo stesso surreale e verissimo, spinto verso la caricatura ma in cui ciascuno può riconoscere vizi, difetti e virtù reali. Lo scrittore — che pure aveva esordito con tutt’altro registro — sa padroneggiare la trama, di cui intesse i fili con notevole sapienza narrativa. Il gioco non gli sfugge di mano neppure nel finale dal tono apocalittico e irridente, in cui si mescolano e si frullano diversi generi letterari.
Barabra Caffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA