L'ANALISI
Cremona. Museo del Violino
11 Giugno 2014 - 12:21
Cremona - Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino, ore 21
INGRESSO A OFFERTA LIBERA
CREMONA — E’ promosso dai Rotary e dagli Inner Wheel cremonesi il Concerto per l’Hospice in programma venerdì 13 giugno alle 21 all’auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino, serata benefica a favore dell’Associazione cremonese per la cura del dolore. L’ingresso è a offerta libera. Alla ribalta uno dei talenti musicali più interessanti dell’ultima generazione, la violinista Carola Zosi, in duo con il pianista Marco Mantovani. In apertura la Sonata in si bemolle maggiore KV 378 di Mozart. Fu composta da Amadeus a Salisburgo tra il 15 gennaio e il 23 marzo 1779 e, insieme a quella in do elaborata a Mannheim, pubblicata nel novembre 1781 unitamente a un gruppo di quattro Sonate scritte a Vienna in quello stesso anno, dall’editore Artaria con il titolo Six Sonates pour le Clavecin ou Pianoforte, avec l’accompagnoment d’un Violon e dedicata alla pianista Josepha von Aurnhammer. Il valore di queste pagine non sfuggì ai contemporanei, tanto è vero che sull’autorevole Magazin der Musik di quel periodo apparve il seguente commento: «Queste Sonate sono uniche nel loro genere. Sono ricche di nuove idee e mettono in evidenza il grande genio musicale del suo autore. Sono assai brillanti e adatte al pianoforte e nello stesso tempo l’a cc omp ag namento del violino è così abilmente combinato con la parte pianistica, che entrambi gli strumenti mantengono viva la nostra attenzione. Queste Sonate richiedono un violinista esperto quanto il pianista. Non è possibile in questa occasione compiere una descrizione dettagliata di queste composizioni originali.
Gli amatori e i conoscitori di musica potranno eseguirle per il proprio piacere e si renderanno conto che il nostro giudizio non è esagerato». A seguire la Sonata in re maggiore op. 12 n. 1 di Beethoven: il primo tempo è in forma tradizionale, con sviluppo assai breve; il secondo tempo è un tema variato, molto gradevole melodicamente, ma non molto diverso dallo stile classico medio, comune a molti compositori; anche la forma del terzo tempo è tradizionale, ma con qualche trovata personal i s s i m a . S i tratta infatti di un rondò a sette episodi che verso la fine rompe lo schema ordinario. Nella seconda parte si riprenderà dalla Sonata per violino e pianoforte di Debussy, composta tra l’estate del 1915 e l’inverno del 1917, quando il maestro era già ammalato e si sentiva sempre più isolato, anche per colpa della guerra mondiale che divampava in Europa. In chiusura la Suite italienne di Stravinskij, versione per violino e pianoforte della partitura originariamente concepita per il balletto. Si tratta di una trascrizione realizzata dal compositore russo sull’onda dei consigli d’ordine tecnico fornitigli dal virtuoso all’arco Samuel Dushkin, conosciuto nel 1931. Quel che particolarmente colpì l’im ma gi na zi on e di Stravinskij nel modo di suonare di Dushkin fu l’estro sorretto da un inarrivabile vigore d’espressione.
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