L'ANALISI
03 Dicembre 2025 - 05:05
SONCINO - «Mi chiamo Filippo Pola, ma per tutti sono Cipo». Comincia così, nel modo più tenero e semplice del mondo, il video-messaggio con cui la nuova stella dei circuiti mondiali si presenta alla Formula 4. Anche perché Filippo, sì, adesso guida coi ‘grandi’, ma ha pur sempre 16 anni. Ed è quello stesso Cipo che, piccino, aveva raccontato ai cremonesi e al mondo che il kart è una cosa seria.
L’annuncio come un fulmine a ciel sereno, più col gusto dell’arcobaleno dopo la pioggia però: c’è il primo pilota professionista della storia di Soncino. Nei giorni scorsi il contest a Levante, in Puglia, coi 34 migliori ‘pilotini’ da tutto il mondo. «Li ha messi tutti dietro – racconta tra orgoglio e ansia per il futuro il suo fan numero uno, il papà Cristian –. Il bello è che ha guidato una macchina per la prima volta nella sua vita lunedì, la mia vecchia Punto. Mercoledì ha battuto i migliori del mondo. Orgoglioso? Senza limiti. Commosso? Piangevo. Ma chi se l’aspettava, stavolta me l’ha fatta grossa!».
Eh sì, perché il Cipo entra nell’Olimpo dei motori senza se e senza ma. Un algoritmo infallibile ha calcolato le sue prestazioni: frenata, staccata, accelerazione, modalità di guida. Lui che finora era stato ‘solo’ il principino dei Go Kart, tutt’altro mondo per certi versi, si è mangiato i competitor in un paio di giri. D’altronde se tra i pascoli montani nasce un Sinner ogni cent’anni e se Baggio il Pallone d’Oro l’ha vinto pure da ‘zoppo’, probabilmente vuol dire che il talento innato esiste davvero.
Non che non ci sia stato dietro un supporto: quello della famiglia, in primis: «Sono carico, più arrivo in alto e più ho voglia di fare, di dimostrare, di dare tutto me stesso. E – confessa Cipo – posso farlo solo grazie alla mia famiglia, che ha creduto in me sin dal primo istante. E non era facile».
Su di lui hanno scommesso anche il Team Kart ZM di Zanchi Matteo, il Team 54SC di Claudio Pagliarani, i coach Mirko Colombo e Kikko Galbiati, tutti gli sponsor e la videomaker Mara Silva. Fedelissimi compagni, che erano lì bandierine in mano a tifare. «Ci hanno seguito, aiutato, costruito. Il ringraziamento – aggiungono padre e figlio – non è piaggeria o dovere, viene proprio dal cuore».
Sì, ma adesso? Resta quell’assegnone, da spot americano, di 99mila euro che gli apre le porte al circuito nazionale coi big. E c’è il posto da pilota titolare della Famiglia Bellarosa per il Racing Wolf. Ora contano solo riflessi, sterzate e piede. O quasi.
Sì perché da Gallignano al tetto del mondo di spazio ne corre e le favole sono tali solo finché non si scontrano con la realtà, quella che vede in campo sia Soncino che Milano, Parigi e Dubai. La corsa sulla pista è vinta, quella ai nuovi sponsor è ai pali. E non è meno importante.
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