Prendere i 50 maggiori successi del repertorio di Luciano Pavarotti significa selezionare il meglio del meglio della storia della lirica, i brani più amati dal pubblico, le arie che da secoli risuonano sui palcoscenici del mondo ma anche le canzoni che tutti fischiettano sotto la doccia. Eh sì, perché il celebre tenore modenese, scomparso nel 2007, ha avuto un repertorio vastissimo e trasversale, senza barriere e senza pregiudizi. E’ stata la prima grande star della lirica ad avvicinare il mondo del melodramma a quello del pop, creando format innovativi come il Pavarotti & Friends, oltre alla formula dei Tre Tenores che ha a sua volta diffuso il mondo dell’opera presso platee fin lì impensabili. Pavarotti The 50 Greatest Tracks è il cofanetto di due cd che Decca ha pubblicato in occasione del cinquantesimo anniversario della prima incisione di Big Luciano per la prestigiosa etichetta. «Questa importante raccolta è una celebrazione dedicata alla straordinaria voce e alla vita di Pavarotti, il tenore del popolo», fanno sapere da Decca. E ancora: «Passione, bellezza, potere, emozione: questa è la sua musica, eseguita per tutti gli ascoltatori». Ed è davvero un doppio disco per tutti questo gratests hits. I due cd sono distinti tra loro secondo il modo più semplice: il primo è dedicato al melodramma, il secondo ai generi lirici non teatrali, ovvero ad arie da camera, canzoni classiche, canzoni napoletane, canzoni internazionali, fino a brani originali composti per lo stesso Pavarotti, come la bellissima canzone Buongiorno a te che la gente ha imparato a conoscere anche grazie allo spot di una popolarissima crema spalmabile alla nocciola. I titoli delle romanze del primo compact sono una più bella dell’altra: si va da «Nessun dorma» (Turandot, Puccini) a «Che gelida manina» (Bohème, Puccini), da «La donna è mobile» (Rigoletto, Verdi) a «Una furtiva lagrima» (L’elisir d’amore, Donizetti), da «Vesti la giubba» (Pagliacci, Leoncavallo) ad «Amor ti vieta» (Fedora, Giordano), da «Recondita armonia» (Tosca, Puccini) a «O Paradiso» (L’Africana, Meyerbeer). Nel secondo cd si trova di tutto e di più, da «’O sole mio» a «Mamma», da «Funiculì, funiculà» a «Non ti scordar di me», dalla «Mattinata» di Leoncavallo a «Caruso» di Dalla. A trionfare, al di là del genere, è la bellezza della voce di Pavarotti, il suo bel canto italiano, la sua arte immortale che ancora oggi emoziona come il primo giorno.
Roberto Codazzi
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