«Con la presente scrittura privata i sottoscrittori prendono formale impegno di non trattare il latte individualmente e nominano per le trattative di vendita nelle proprie stalle dal prossimo S. Martino una commissione nelle persone dei signori Carlo Mainardi, F e rd inando Arcari, Geremia Bellingeri, Palmiro Fieschi». E’ il 19 ottobre del 1933, siamo nel salone-teatro di Pieve Delmona. Prende il via così un’iniziati va economica sorta per fronteggiare una situazione drammatica in cui il settore agricolo e zootecnico erano precipitati da anni. Nasce la Società anonima cooperativa produttori di Grontardo- Pieve Delmona. Uno stato di necessità, ma anche il desiderio di rivendicare con orgoglio il ruolo che gli agricoltori, finalmente associati, potevano esercitare nella commercializzazione dei loro prodotti. In quell’assise, i padri fondatori dell’odierna Plac decidevano di imprimere una svolta al loro modo di essere imprenditori. A firmare quello storico documento furono Ferdinando Arcari, Carlo Mainardi , Giuseppe Antonioli, Giuseppe Nicoletti, Francesco Bassanetti, Costante Pavesi, Giuseppe Pedroni, Goffredo Vill a , Palmiro Fieschi, Emilio Alquati, Marco Protti, Ettore Ardoli, Francesco Duchi, Geremia Bellingeri, Luigi Merlini, Eugenio Lazzar i, Aldo Soregaroli , Vittorio Staboli, Dante Mainardi. Le origini di una grande storiaè il libro dedicato ai primi 80 anni della Plac di Dosimo, scritto e curato da Fabrizio Superti, vice sindaco (ed ex sindaco) di Persico Dosimo, (il secondo volume è dedicato ai soci, con l’azienda e le foto). La cooperativa nel ‘33 finiva per modificare anche i contratti di consegna del latte fino ad allora in essere. La gran parte degli agricoltori diPieveDelmona si appoggiava al vicino caseificio di S. Pietro; quelli di Grontardo facevano riferimento al casello presso la cascina Palazzo di Levata. La fuoriuscita dei principali conferenti determinain pocotempola chiusura del casello di Levata.
Il 29 ottobre, sempre al teatro di Pieve Delmona, altra assemblea per definire obiettivi, cariche e statuto. Il 9 novembre presso la Federazione agricoltori, tutti i soci fondatori – coadiuvati dal notaio Antonio Mancini – sot tos cri vevano il documento legale che sanciva la nascita della nuova forma associativa. Nasceva dunquela societàAnonimacooperativa, denominata ‘So ci et à produttori latte Grontardo – Pieve Delmona». La retribuzione del latte è pari per tutti (chi hamenodi 20 capi subisce ladecurtazione di una lire al quintale). Il prelievo del latte destinato al casello avviene a carico della Cooperativa; quello ceduto agli industriali viene prelevato da loro incaricati direttamente alla stalla.
Il 1936 costituisce l’anno della svolta. Ci si interroga sul futuro e vengono indette due assemblee. Il 20 marzo i soci (22 su 28) deliberano le nuove linee: la cooperativa diventa Plac (produttori latte associati Cremona); l’orizzonte non è più triennale, ma si arriva al novembre del 1960. La cooperativa ha lo scopo di provvedere alla lavorazione del latte proveniente dalla aziende dei soci in uno o più caseifici di proprietà assunti in affitto e di vendere in comune i relativi prodotti...». Dunque, si lavora e si trasforma il latte. La cooperativa ha una forza che può commercializzare in proprio i prodotti. I limiti per l’a ccesso aumentano: i nuovi soci devono disporre di almeno 20 ettari e 24 capi. L’invasione dell’Etiopia e le sanzioni contro l’Italia impongono l’autarchia. Arriva la scoperta dell’ingegner Ferretti: dal latte si può ricavare la lana (tramite la caseina). Il brevetto viene ceduto alla Snia Viscosa di Torino. La Plac, tramite Farinacci, viene investita di questo ambizioso progetto, benedetto anche da Mussolini. Viene individuata l’area per l’edificio industriale, lungo la provinciale per Ostiano, tra Dosimo e Levata. Nell’ottobre del ’37 l’impian - to viene inaugurato, col sottosegretario Tas si nar i, l’on. Fa rinacci, il prefetto Carini, e mons. Vigna, vicario generale della diocesi cremonese. I conferimenti di latte aumentano e anche il numero dei soci.
La Plac supera gli anni della guerra e nel ’46 si presenta con un importante numero di soci che nel ’ 48 arriva a 230. La collaborazione con la Snia Viscos a naturalmente cessa e lo stabilimento di Dosimo viene convertito in ordinaria produzione di formaggi e latticini. Da qui la storia della Plac riparte attraverso i decenni, fino ad arrivare ai nostri giorni, raccontata nella sua fase salienti in un libro che racchiude la vita di un’azienda e di tante famiglie. Superti, appassionato di storia e sempre vicino alla sua terra, dedica il libro a don Giovanni Cavalieri, per mezzo secolo parroco di Quistro, che tantevolte habenedetto la Plac e la sua gente. © RIPRODUZIONE RISERVATA