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Tra storia e giornalismo

L’Italia senza patria di Feltri-Sangiuliano

Analisi degli anni dal dopoguerra a Mani Pulite

Michele Cassano

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lromani@laprovinciadicremona.it

03 Dicembre 2013 - 18:48

L’Italia senza patria di Feltri-Sangiuliano
‘Una repubblica senza patria...’
di Feltri-Sangiuliano
Mondadori - 292 pagine, € 19

«Fossi in lui, piuttosto che un cavillo giuridico per riguadagnare il seggio parlamentare, cercherei ilpassaporto». Vittorio Feltri chiude così, con questo consiglio a Silvio Berlusconi, il libro scritto a quattro mani con Gennaro Sangiuliano, che ripercorre la storia d’Italia dal dopoguerra. Il capitolo finale, dopo l’analisi che l’editorialista del Giornale fa degli anni dal 1960 a oggi, è dedicato proprio a Berlusconi , il ‘demonio’ Berlusconi, che farebbe bene a chiudere «con i suoi sogni da premier e con l’Italia. Non è detto che sia peggio». Feltri non si sofferma sull’ultimo ventennio, termina il suo racconto prima dell’approdo alla guida del Giornale al posto di Indro Montanelli. Si sofferma però sul corteggiamento dell’ex premier che voleva strapparlo all’Indipendente che il giornalista aveva portato in auge. «Berlusconi mi stava antipatico», esordisce senza mezzi termini Feltri, che lo considerava «un prepotente, pronto a prendersi tutto e subito, con qualsiasi mezzo». Il primo incontro è a Villa San Martino nel 1994: lì, di fronte alle proposte dell’ex premier, Feltri racconta di essere rimasto freddo. A preoccuparlo erano piuttosto i dolori intestinali che lo costrinsero ad andare di corsa nel bagno principesco della dimora. «Non gli lisciavo il pelo - spiega -.Nei suoi confronti non avvertivo alcun obbligo, a parte naturalmente il piccolo scrupolo di avergli profanato il cesso». Lo stile di Feltri è quello noto: diretto e senza fronzoli. Racconta la nascita del centrosinistra e gli anni delle stragi. «Quegli attentati -sostiene - non erano finalizzati a rovesciare lo Stato di diritto. Il nostro sistema istituzionale è già marcio da anni, probabilmente morirà per i cazzi suoi, non perché un gruppetto di eversori progetterà di abbatterlo». Poi ancora ricordagli anni della crescita del Pci, quando le redazioni dei giornali, la cultura, il cinema e la tv si spostarono a sinistra. Quindi l’avvento della Lega di Bossi e Mani Pulite. Di Pietro, a differenza di Berlusconi, piaceva a Feltri: «A me stava simpatico questo tipo un po’ irregolare rispetto ai suoi colleghi in procura e così isolato dallo stesso ambiente». A Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del Tg1, il compito di descrivere gli anni dalla fine della seconda guerra mondiale ai ’7

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