«L’ora e l’allora si sono annullati, rispose Isabel, tu mi stai dicendo addio come a quel tempo, ma siamo nel nostro presente, il presente di ciascuno di noi, e tumi stai dicendo addio». Al termine della sua ricerca il protagonista incontra finalmente la donna da cui si separò molti anni prima e di cui aveva perso le tracce, ma che a un certo punto per i sensi di colpa aveva sentito il bisogno di ritrovare, di capire cosa le fosse accaduto, cosa era stata la sua vita. Antonio Tabucchi, con questo breve romanzo inedito, che arriva a poco più di un anno dalla sua scomparsa e che sappiamo esser stato dettato integralmente solo nel 1996, torna a quella narrativa allusiva e intensa, misteriosa e rivelatoria dei suoi inizi e, in questo ‘Per Isabel’, si avvertono chiari gli echi di ‘Notturno indiano’. Come Roux alla ricerca di Xavier attraverso l’India, così Waclaw-Tadeus percorre buona parte del Portogallo e dei suoi territori, finendo sino a Macao, e, passando per la Svizzera, arrivare sulla Riviera vicino Napoli, seguendo come in un’investigazione poliziesca indizio dopo indizio, ricordo dopo ricordo, le tracce di Isabel, che a un certo punto si disse fosse morta,ma che molti particolari fanno pensare non sia stato vero,masolo uno strumento per sparire e entrare in clandestinità, nel partito comunista, ai tempi della dittatura di Salazar. In ogni ricerca di questo genere di indagini, dai tempi di Edipo, il cercante e il cercato finiscono per coincidere. E così il gioco quasi poliziesco si fa metaforico, esistenziale.Nona caso il protagonista lo definisce la costruzionedi un Mandala, cerchio dopo cerchio (incontro dopo incontro, dalla nutrice Brigida alla sassofonista Tecs, dall’ex secondino della prigione politica al fotografo Tiago, un’astrofisica, un prete di Macao, un poeta in preda all’oppio o un lama...) sino a raggiungere la «conoscenza », il centro, Isabel, che lo avverte: «Sappi che il tuo centro è il mio nulla, il nulla in cui io orami trovo». Il Mandala è un disegno a cerchi e altre figure geometriche che rappresenta, per i buddhisti, il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro e, per loro, grazie a un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente.