L'ANALISI
18 Settembre 2013 - 11:24
Seattle, 1976. Il primo concerto di Paul McCartney dopo dieci anni di lontananza dai palcoscenici, durante i quali i Beatles si sono sciolti e Lennon e Harrison hanno avviato carriere soliste, ben più apprezzate dalla critica rispetto a quella di Paul.
Un frammento di materia oscura della storia del rock che torna alla luce sotto una veste sfavillante. Rockshow uscì nel 1980 in sala e qualche anno dopo in Laserdisc, per poi finire sostanzialmente nel dimenticatoio; dopo un'uscita su dvd in una versione ridotta nel 2013 arriva infine la rimasterizzazione completa dal 35mm originale. Immagini impensabili e suono stupefacente, in un Dolby Surround 5.1 che restituisce la qualità della performance originaria di Paul McCartney And Wings, ancor più sorprendente se si pensa alla struttura cementificata del Kingdome di Seattle, storico luogo di naufragio per i concerti rock.
Nelle intenzioni di Macca la serata era un'occasione per un epocale ponte tra la generazione dei Beatles - accontentati da esecuzioni di Yesterday, Blackbird e Lady Madonna, tra le altre - e una nuova, gagliardamente anni '70, attirata dai recenti successi di Live and Let Die e Maybe I'm Amazed; o una risposta a distanza, se si vuole, al senso di superiorità lennoniano, identificato da tutti o quasi quale unico erede della superiore genialità beatlesiana. Mentre John sfornava Imagine, Mind Games e altri gioielli, rimanendo perennemente hip, Paul sceglieva un percorso più tradizionalmente rock'n'roll, esasperando la sua vena presleyana e il suo lato più vaudeville (Silly Love Songs).
Rockshow è la rivendicazione sfrontata e definitiva di questa presa di posizione, tra chitarre a doppio manico ed eccessi kitsch, senza vergognarsi di riempire uno stadio - 67000 in platea - né professarsi portatore di alcun messaggio al di fuori del rock'n'roll. Macca lascia spazio anche alla sua band, i Wings, e in particolare al polistrumentista Denny Laine, che si ritaglia il ruolo di primattore per qualche brano (tra cui Go Now del suo gruppo originario, i Moody Blues). Tutto molto uncool ieri, ma storicizzato e da rileggere in chiave musicologica oggi: ecco perché l'inaspettata riedizione di Rockshow è più importante di quel che sembri.
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