I biscotti di Baudelaire di Alice Babette Toklas Bollati Boringhieri Pagine 272 - € 16,50
Alice Babette Toklas (1877-1967) nacque a San Francisco e nel 1907 si trasferì in Francia dove, insieme a Gertrude Stein, inseparabile compagna di una vita, tenne un celebre salotto frequentato dagli artisti dell'avanguardia storica francese e dai letterati statunitensi espatriati quali Ernest Hemingway, Thornton Wilder, Paul Bowles e Sherwood Anderson. È lei la protagonista della 'Autobiografia di Alice Toklas' scritta dalla Stein, e firma invece in proprio questo libro, uscito nel 1954 negli Stati Uniti con il titolo 'The Cookbook of Alice B. Toklas'. Un libro di cucina, ma soprattutto una raccolta di memorie legate al gruppo di amici, artisti e scrittori che frequentavano casa Stein -Toklas di rue de Fleurs a Parigi, e quella di campagna a Biligin. Profumi, sapori e ricordi tra le eccentricità e l'arte dei protagonisti delle grandi avanguardie parigine, frequentatori del loro salotto che andavano, tra gli altri, da Picasso, Picabia, Matisse, Braque, Hemingway, Fitzgerald, Sherwood Anderson.
Quando, dopo la morte di Gertrude, un editore chiese ad Alice di scrivere le sue memorie, lei si schermì dicendo che al massimo sarebbe stata in grado di scrivere un libro di cucina. L'editore promise di accontentarsi, ma la Toklas fece molto di più, creando questa ricchissima raccolta di ricette e di ricordi non solo culinari, di aneddoti divertenti, di convinte opinioni su questioni gastronomiche ma anche artistiche, di viaggi tra Francia e America, di pranzi e cene a casa di artisti bohemien ma anche di ricchi e famosi. E così ecco per esempio il branzino di Picasso, decorato con uova sode, tartufi ed erbe tritate («Quando lo servii Picasso diede in esclamazioni di meraviglia. Poi aggiunse: Non sarebbe stato meglio prepararlo in onore di Matisse?»), le uova alla Francis Picabia («il solo pittore da cui riuscii mai ad avere una ricetta»), le mele glassate di Cecil Beaton, la crema di Josephine Baker, la minestra di alloro di Dora Maar, il caffè di James Joyce e quegli incredibili biscotti di Baudelaire... Un libro che si legge più di quanto lo si consulti, soprattutto per rivivere l'atmosfera di un tempo e di un ambiente davvero mitici.