Il forziere dei papi - Storia, volti e misteri dello IOR di Aldo Maria Valli Edizioni Ancora Pagine 232 - € 16
ll'inizio era il 'Buco Nerò. Poi è diventato lo 'Ior', l'Istituto per le Opere di Religione. Tutto sommato però, il soprannome appiccicato in Vaticano nel 1887 alla prima sede dove si gestivano le offerte dei fedeli, la Commissione ad pias causas, ha finito in qualche modo per segnare il destino della futura Banca vaticana. Un 'buco nerò, appunto, avvolto nel segreto, su cui, forse, papa Francesco imporrà adesso riforme radicali. In un libro uscito in questi giorni, Aldo Maria Valli, vaticanista del TG1, narra la storia, i volti e i misteri de 'Il forziere dei papi«,un volume pubblicato dalle edizioni Ancora. È un racconto che coinvolge e affascina il lettore e che spiega, partendo dalle origini, perchè, ad un certo punto della sua storia, il Vaticano si è dovuto trasformare, con tutti i problemi che ne sono seguiti, in uno speculatore finanziario. Finchè esisteva lo Stato pontificio, i papi e la Chiesa si comportavano esattamente come gli tutti altri Stati, avevano terreni agricoli, industrie, una popolazione. Nel 1870, avviene la grande svolta: lo Stato pontificio cessa di esistere e con esso finisce il potere temporale del papa, finisce l'attività della Zecca vaticana e vengono meno anche le fonti tradizionali di rendita. Attraverso l'obolo di San Pietro, la legge delle guarantige, con cui il neo-Regno d'Italia compensa la Santa Sede per la perdita dei territori e infine con i Patti Lateranensi del 1929, nella piccola città pontificia i soldi continuano ad affluire in grande quantità.
E il Vaticano, non possedendo più le normali risorse di cui dispongono gli altri Stati, può fare una sola cosa: speculare. Primo lo fa attraverso la Commissione ad pias causas, poi con la Comnmissione Speciale per le opere di religione, infine, nel 1942, con lo IOR, la banca vaticana che Pio XII decide di istituire per avere piena autonomia e non sottostare alle leggi italiane o di altri Paesi. Valli ripercorre, senza spirito giustizialista ma anche senza tacere dettagli scabrosi, le vicende che hanno portato l'Istituto per le opere religiose agli onori delle cronache nere: da mons. Marcinkus alle relazioni pericolose con Sindona e Calvi, dalla maxitangente Enimont al rapimento di Emanuela Orlandi. Si tratta di vicende di cui la stampa ed altri scrittori si sono occupati spesso. Ma Valli offre una prospettiva storica inedita. Il libro contiene molte 'perlè. Come la descrizione che il futuro cardinale e segretario di Stato Domenico Tardini dedica a Pio XI: »A prima vista - dice Tardini - fa un pò meraviglia che quest'uomo, nelle cui mani sono tanti e così alti interessi spirituali, parli con più calore della caduta del dollaro che del decadimento morale, lamenti con più acuta amarezza la perdita dei soldi che non la rovina delle anime o le fosche nubi delle lotte e delle persecuzioni che si addensano sulla Chiesa. Sembrerebbe quasi che nelle navicella di Cristo il battelliere sia diventato banchiere«. O come l'epitaffio del cardinale Francis Spellman, arcivescovo di New York, pronunciato nel 1958 su Bernardino Nogara, il primo vero 'banchiere di Diò che, con il sostegno di Pio XI, aveva arricchito la Chiesa con investimenti a tutto campo, persino nelle aziende di armi e nell'imprese coloniali dell'Italia: »dopo Gesù Cristo , la cosa più notevole capitata alla Chiesa è Bernardino Nogara«, dirà il porporato statunitense. Molti anni prima che un suo connazionale, il famoso Paul Marcinkus, nato a Chicago nello stesso quartiere di Al Capone, diventasse famoso per un'altra frase : »Non si governa la Chiersa con le Ave Maria«.