Madini, foto in vendita per solidarietà

CREMONA — Dopo la mostra Popoli dimenticati dal tempo alla libreria del Convegno, le fotografie che Enrico Madini ha scattato nella valle dell’Omo, verranno vendute per contribuire a finanziare progetti a favore degli Hamer,uno degli oltre quaranta gruppi etnici che vivono in questa parte dell’Etiopia del sud. Giovedì 3 dicembre (ore 21,15) all’Antica osteria del Fico (via Grandi), dopo una proiezione delle immagini, sarà spiegato come si potranno acquistare le foto e verrà inoltre presentata la neonata onlus Barjo Imè, costituita proprio per aiutare gli Hamer. Barjo Imè, nella loro lingua, vuol dire ‘grazie’ e il fatto stesso che sia chi dona a ringraziare riempie di un nuovo e più ricco significato il senso stesso di beneficenza e solidarietà. La scelta del nome dato alla onlus non è infatti casuale perché «quando arrivi in un villaggio dove hanno due pannocchie e una te la offrono viene naturale fare qualcosa per loro», come ha sottolineato G io va nn i Miceli,chedi BarjoImèèidea- tore e presidente. Alla serata alFico, oltreaMicelie almedico cremonese con la passione della fotografia, interverrà anche Francesca Gagliardi.
L’intento della onlus è di favorire la scolarizzazione dei bambini migliorando le strutture già esistenti, sostenendo gli insegnanti e realizzando aree gioco; di installare cisterne per migliorare l’accesso all’acqua, di realizzare nuovi pozzi e contribuire alla manutenzione di quelli già esistenti; di fornire borse di studio ai ragazzi e alle ragazze più meritevoli; di diffondere nuove tecniche agricole per garantire l’autosufficienza alimentare; di acquistare mezzi di trasporto adeguati. Aiuti pratici e concreti, ma facendo attenzione a non scalfire uno stile di vita e una cultura che si tramandano inalterati da secoli, con poche concessioni alla modernità.
Anche per questo, gli Hamer non riceveranno soldi, ma sostegno, materiali e manodopera. Le donazioni ricevute verranno utilizzate esclusivamente per gli interventi. (b.c.) Una giovane donna Hamer fotografata da Enrico Madini
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