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Cremona. Immagini dal passato

Cremona in un click , Mostra fotografica all’Archivio di Stato

Oltre tremila fotografie altrettante diapositive e quattrocento lastre costituiscono la ricchezza di un fondo insostituibile

Riccardo Maruti

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

01 Ottobre 2015 - 13:31

Cremona in un click , Mostra fotografica all’Archivio di Stato

Cremona - Archivio di Stato

 

CREMONA — Il tram che sferraglia lungo corso Garibaldi; un crocchio di bagnanti sulla spiaggia del Ponticello; cascine solitarie che spuntano in una campagna oggi irriconoscibile; uno scorcio di corso Mazzini (incredibilmente risparmiato dal tempo) attraversato da biciclette nere e pesanti; il momento della consegna dello Stradivari 1715 nelle mani del sindaco Vernaschi: giusto una manciata delle foto d’antan che da mercoledì 30 settembre sono esposte nella sede dell’Archivio di Stato. La mostra — inaugurata dalla direttrice dell’ente archivistico Angela Bellardi insieme all’assessore comunale al Turismo Barbara Manfredini e al presidente della Provincia Carlo Vezzini — rappresentano solo una piccolissima selezione dello sterminato repertorio fotografico confluito, proprio nei giorni scorsi,dalle sale e dalle cantine di palazzo provinciale agli inventari dell’Archivio di Stato. Un «fondo molto consistente che permette di far rivivere il passato in modo assolutamente immediato», ha osservato Bellardi. La preziosa collezione comprende oltre 3mila fotografie, altrettante diapositive e 400 lastre: per portare a termine il trasferimento sono serviti l’intero vano di un furgone e —ovviamente — lunghe e faticose ore di lavoro. Solo l’avvio della complessa attività di indicizzazione e catalogazione che attende il personale dell’Archivio. Gli autori di quegli scatti — vere opere d’arte, prima ancora che preziose testimonianze storiche — sono alcuni dei migliori maestri cremonesi dell’obiettivo: tra i nomi più celebri figurano quelli di Quiresi, Fazioli, Negri, Betri, Novaresi, Faliva.

Nelle loro immagini torna alla vita una Cremona che non c’è più, immortalata in un bianco e nero che all’ep oca era un’esigenza ed oggi appare come un poetico lascito degli anni trascorsi. Qua e là, però, emerge anche qualche scatto a colori (pur sbiadito), come quello della Festa del Torrone 1998, quando per la prima volta i mastri pasticceri realizzarono una riproduzione del Torrazzo con il dolce-simbolo di Cremona: «Quasi preistoria» ha commentato Bellardi col sorriso a fior di labbra. Perché ogni era ha i propri codici linguistici. Quelli delpresente sono scanditi «da click e da tag», come ha sottolineato Vezzini mettendo in luce l’ipertrofico ricorso alla fotografia come smodata volontà di comunicazione. Una sovrabbondanza certo sconosciuta ai decenni passati: proprio per questo l’opera di repertoriazione dell’Archivio di Stato va doverosamente collocata fra quelle attività di «valorizzazione del patrimonio storico» utile ad affermare l’identità civile e sociale della nostra città. Un’azione iniziata già vent’anni fa proprio da Barbara Manfredini, all’epo ca dirigente dell’ente del Turismo: «Il primo passo — ha spiegato l’assessore — è stato la catalogazione della diateca, costituita da splendide diapositive 6x6 a colori». Da quel momento sono stati numerosi gli step affrontati per sistematizzare l’immenso bagaglio fotografico in capo all’en te provinciale, fino alla decisione di affidare l’operazione proprio all’Archivio di Stato. A proposito: il gruppo guidato da Angela Bellardi, insieme a Microdata, ha in serbo una nuova iniziativa a tema fotografico: dal 5 al 7 ottobre, infatti, sono in programma treincontri, raccolti sotto il titolo Documenti e archivi, dedicati alla rivoluzione delle tecnologie digitali.
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