L'ANALISI
23 Settembre 2015 - 10:26
Amarcord
Cremona - Cinema Filo
CREMONA — Chi ama il cinema li ha probabilmente già visti, forse addirittura rivisti. Ma i film sul grande schermo sono un’altra cosa e vedere i capolavori di ieri seduti in mezzo ad altri spettatori e non sul divano di casa consente una partecipazione diversa. Al Filo torna la rassegna Il cinema ritrovato, organizzata con la Cineteca nazionale di Bologna che nel campo della tutela e del recupero delle pellicole di un tempo è un laboratorio ormai riconosciuto a livello internazionale. La rassegna ha il sostegno del Fai e del Dipartimento di Musicologia.
Il primo appuntamento è il 13 gennaio con Il grande dittatore , capolavoro del 1940 di Charlie Chaplin tra le cui scene indimenticabili si ricordano l’apologo finale denso di contenuti e la scena del mappamondo in cui i dittatori Hynkel e Napaloni — ovvero Hitler e Mussolini — si rimpallano un mondo destinato a scoppiare nelle loro avide mani. «Se avessi saputo com’era spaventosa la realtà dei campi di concentramento — disse il regista a guerra finita —, non avrei potuto fare Il grande ditt atore, non avrei trovato niente da ridere nella follia omicida dei nazisti».
Una forza maligna di altro genere è invece quella esercitata da Nosferatu, il vampiro, in cartellone il 10 febbraio.
Pietra miliare del cinema espressionista tedesco, girato nel 1922 da Friedrich Wilhelm Murnau, il protagonista — indimenticabile la sua ombra sbilenca e paurosa — sembra incarnare il male di una classe borghese che sarà incapace di mantenere vivi i propri valori e si consegnerà a Hitler. Il 2 marzo il Filo ospita la proiezione di Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, presentato nella versione non tagliata dalla censura. Girato nel 1960, il film ha come ispirazione letteraria i racconti de Il ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori e ha la capacità di unire in un sapientissimo equilibrio drammaturgico la tragedia di una famiglia lacerata da pulsioni ancestrali, contorni melodrammatici e lo specchio di una società respingente.
A questo contribuisce un cast di grandissimi interpreti, da Renato Salvatori ad Alain Delon, da Annie Girardot a Claudia Cardinale.
Amore e morte sono al centro di Ascensore per il patibolo di Louis Malle, in cartellone il 6 aprile. La trama è banalissima: Julien uccide tale Carala, suo datore di lavoro e marito della sua amante Florence. Il piano è congegnato alla perfezione per far passare il delitto per un suicidio, ma per una banale distrazione Julien resta intrappolato nell’edificio in cui ha commesso l’omicidio, mentre Florence — una Jeanne Moreau in stato di grazia — trascorrerà la notte alla sua ricerca, vagando sempre più allucinata in una Parigi notturna. E’ un film da vedere, ma anche da ascoltare: la colonna sonora, indimenticabile, è di Miles Davis, che l’ha registrata in una sola notte guardando scorrere le immagini mute del film.
L’ultimo appuntamento de Il cinema ritrovato sarà il 4 maggio, quando sarà proiettato un altro capolavoro del cinema espressionista (anzi del cinema universale), Il gabinetto del dottor Caligari, il cui restauro è valso alla Cineteca di Bologna il Focal International Award, considerato l’Oscar del restauro cinematografico. Girato da Robert Wiene nel 1920, nella Germania uscita tramortita dalla prima guerra mondiale, Caligari è l’antesignano del fantasy e dell’horror, oltre che di tutti i film in cui il protagonista è un mostro cattivo. Basato sul tema del doppio e sulla impossibilità di distinguere tra fantasia, allucinazione e realtà, il film su avvale dell’incredibile scenografia di Walter Roehrig, Walter Reimann ed Herman Warm: storte, sbilenche, tutte zig zag e diagonali, contribuiscono ad accrescere il senso di angoscia e di paura.
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