L'ANALISI
02 Marzo 2015 - 18:40
Luca Scarlini
‘Memorie di un’opera d’arte’
Skira
108 pagine, € 14
In un’epoca di eccessi, seppe essere eccessiva, cavalcando mode e avanguardie, seducendo artisti, trasformando se stessa e la sua vita in un’opera d’arte. Luisa Amman sposata Casati Stampa fu una protagonista dei primi decenni del Novecento e la sua figura sempre sopra le righe è al centro di un libro — un po’ saggio, un po’ romanzo — di Luca Scarlini uscito in concomitanza con una mostra a Palazzo Fortuny, a Venezia. Amante della notte, dell’esotismo e dell’esoterismo, la conturbante marchesa fu ritratta — tra gli altri — da Giacomo Balla e Umberto Boccioni, Alberto Martini e Cecil Beaton, Jacob epstein e Man Ray. Boldini la raffigurò con un levriero, i futuristi — va da sé — impazzirono per lei, capace di contravvenire a ogni regola. Con D’Annunzio la marchesa ebbe una tormentata relazione, ma fu tra le poche donne che il Vate non si limitò a collezionare e che stimò realmente, traendone ispirazione in più occasioni. Gli aneddoti su di lei — che si divise tra Venezia, Capri, Parigi e infine Londra — assunsero sempre connotati leggendari, dalle case trasformate in mausolei dal gusto macabro ai ghepardi portati al guinzaglio per stupire gli ospiti di feste faraoniche. Tutto per lei era finzione, trucco, mascheramento. I capelli tinti di rosso fiamma, gli occhi bistrati e le pupille dilatate ad arte furono i segni distintivi di una donna dalla bellezza atipica, che volle farsi musa e che ci riuscì. Finì come forse era ovvio che finisse: dopo aver dilapidato un immenso patrimonio, visse in miseria nella capitale britannica, dove morì nel 1957. Al suo fianco, non più bestie feroci e nemmeno levrieri, ma innocui barboncini. Il libro ha dunque il merito di riaccendere i riflettori su una figura femminile che ha lasciato profonde tracce nella storia del costume europeo (la moda si è ispirata a lei anche in tempi recenti), ma lascia un po’ d’amaro in bocca per la sua disorganicità, e per una superficialità d’insieme. I rapporti con gli artisti, la volontà di perseguire una vita di eccessi, l’ambigua relazione con il marito e il sostanziale rifiuto (ricambiato) della figlia: nulla va oltre l’aneddotica. Ed è un peccato perché la marchesa avrebbe meritato un’attenzione in più. (b.c.)
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