L'ANALISI
22 Novembre 2014 - 15:32
Locale alla buona, come deve essere una trattoria che vuole mantenere saldo il legame con l’osteria, assolutamente invitante e pulito, la Piccola presenta un menu sufficientemente diversificato, che cambia a seconda delle stagioni. Siamo partiti dall’antipasto con nervetti e salumi misti che si può arricchire con olive all’ascolana e fagioli bianchi di Spagna. Tra i primi trionfano i marubini ai tre brodi, vera e propria bandiera della cucina governata da Erminia. Ottimi gli spaghetti alla carbonara e all’amatriciana, le tagliatelle con stracotto d’asino, gli gnocchi fatti in casa con gorgonzola e purea di patate, riso e verze, tortellacci al burro fuso con ricotta e spinaci. Imperdibili gli spaghetti alla Piccola, con vino rosso e peperoncino.
Un secondo altrettanto gustoso è lo stracotto d’asino con polenta. Chi le predilige apprezzerà le lumache con spinaci il cotechino con purè, lenticchie o spinaci, la trippa in brodo con fagiolini dell’occhio: il giorno dei morti una scodellina è offerta ai clienti, come vuole la tradizione. E ancora cotoletta alla milanese e tacchino alla valdostana. Tutti i piatti sono serviti dal simpatico Simone, al quale si possono chiedere consigli su altri piatti che non sono inseriti nel menù. I dolci sono strepitosi, a partire dal tiramisù fatto sempre da Erminia.
Inutile chiedere la lista dei vini: non c’è. A tavola (o al bancone) troneggiano vino bianco, bottiglioni di malvasia tagliato con riesling, a richiesta il pinot e rosso (gutturnio fermo o frizzante) tutti imbottigliati in casa.
Ma alla ‘Piccola’ ci sono pure menù a prezzo fisso che precedono gnocchi, o fusilli all’arrabbiata, al pomodoro, al pesto, cotechino con puré, cotoletta alla milanese e scaloppine con insalata. Per finire un buon caffè. E’ una formula che tiene conto di quanti hanno poco tempo per mangiare, ma non vogliono rinunciare a qualcosa di buono e di genuino.
Discorso a parte merita il rito del vino bianco, che può essere accompagnato da uova sode, oppure tartine con acciughe e altro ancora. Una passione, quella del bianchino, che si trasmette di generazione in generazione, di padre in figlio, ecco perché i clienti affezionati e che passano qui intere mattina o parte del pomeriggio sono moltissimi. Daniele Boccelli tiene molto a questa parte della sua ristorazione ed è ripagato dal numero crescente di consumatori. Sono clienti affezionati, che poi diventano amici e che raccontano le loro avventure e commentano i fatti del giorno, della città e del territorio. Non solo pensionati, ma anche giovani che qui si trovano a proprio agio. La buona fama della Piccola continua. Anche per questo il locale merita una visita.
(provato il 10 novembre 2014)
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