L'ANALISI
30 Dicembre 2022 - 21:15
CREMONA - L’assenza di restrizioni ha, fortunatamente, inondato di prenotazioni i ristoranti, ma il San Silvestro casalingo sembra riscuotere parecchio successo tra i cremonesi, piuttosto inclini ad un’atmosfera più intima e, perché no, a limitare i danni dopo le spese natalizie. Come a Natale, tuttavia, all’ombra del Torrazzo anche per il 31 dicembre si va alla ricerca della tradizione: che al tavolo vi siano parenti o amici, nel piatto dei cremonesi il cotechino è ancora una volta un’istituzione. C’è chi preferisce cucinarlo a casa propria, chi invece, per comodità o mancanza di tempo, si aggrappa ad alcune certezze cittadine per andare sul sicuro.
«Come ci aspettavamo, cotti o meno, i cotechini sono andati a ruba – raccontano i fratelli Zilli, dell’omonima gastronomia macelleria – ma anche il pesce, in linea con le attese, è stata un’idea di molti per gli antipasti». Sulla stessa lunghezza d’onda la Gastronomia Iotta, che conferma il tipicissimo insaccato cremonese come re delle tavole locali, anche in questo caso spalleggiato da pesce e crostacei: salmone e scampi in primis, senza dimenticare paté e mousse.
C’è chi pensa ad un po’ di diffidenza generale verso le nuove proposte, ma va detto che i grandi classici sono spesso un porto più che sicuro, discorso che vale anche per il modo con il quale i cremonesi accompagneranno le proprie pietanze: le bollicine, italiane e francesi, continuano a farla da padrone, anche se i più esigenti, tra aperitivo e dessert, non rinunciano ad importanti rossi italici. «Nel periodo delle feste il Prosecco viene un po’ abbandonato – spiega Massimo Tonghini dell’omonima enoteca – e sono molte le persone a preferire un buon Franciacorta. Con una ventina di euro si può portare a casa un’ottima bottiglia, ma non è raro che si vada a salire, perché il fascino dello Champagne è inossidabile. Per quanto riguarda i rossi, Trentino e Piemonte sono senz’altro le regioni più gettonate».
Varietà di provenienze e di formati, come racconta Francesca dell’Enoteca Castelvetro: «Le richieste sono davvero variegate, si va dal Prosecco al Krug, mentre chi è più attento a strutturare il pasto tendenzialmente vuole rossi di buon corpo. Inoltre le feste invogliano a comprare Magnum e Jeroboam».
Infine, che sia caso isolato o statistica non è dato sapere, ma a quanto pare alla Gastronomia Il Tandem c’è un inaspettato assente: «Il pesce ha funzionato come sempre, ma il classicissimo bisèt è stato snobbato». Effetto rincari?
Tutto esaurito o quasi: il fine anno al ristorante è un must che non tradisce le attese di chi ha deciso di affidarsi a chef e professionisti della ristorazione per suggellare il passaggio dal 2022 al 2023. E così Luca Babbini, del ristorante Il violino, afferma: «Ci divertiremo. Ho pensato a una serie di degustazioni a sorpresa, impreziosite da vini di grande allure. Se il menu natalizio è improntato alla tradizione, quello dell’ultimo dell’anno può permettersi qualche azzardo in più, nel segno dello stupore e del divertimento che sono aspetti che caratterizzano la festa di fine anno. Per questo abbiamo deciso di lavorare a una cena che possa divertire noi che la prepariamo e i nostri commensali».
Emanuele Mosconi, dell’Osteria degli archi, punta sul classico: «Offriamo i nostri piatti tradizionali con menù alla carta — spiega —. Spaziamo dai marubini, alle verze matte, dalla trippa al guanciale di bufalo con caffè di Guido. Si parte alle 19, ma poi tutti a casa dopo il brindisi. Si chiude all’una, e saremo già nel nuovo anno».
La voglia di festeggiare è grande anche a Crema. Passate le limitazioni del Covid, i cremaschi hanno scelto i ristoranti per il loro Capodanno e quasi tutti i locali fanno registrare il pienone. Ecco allora l’Happy new year al Bucalì di Montodine: avverrà tra buona cucina e musica, con il titolare Giovanni Forte e la moglie Tatiana che proporranno un menù di pesce e canzoni di Arianna Vitale. «Siamo pronti ad accogliere i nostri clienti, a coccolarli e a farli divertire fino a tarda notte insieme ad Arianna Vitale, che ci terrà compagnia con la sua voce e la sua musica».
Nel menù figurano carpaccio di merluzzo gratinato agli agrumi, seppia alla catalana, zuppetta di cozze con patate, calamari ripieni, come antipasti. A seguire, calamarata con gamberone Black Tiger e granella di mandorle, risotto al dentice e crema di piselli, spiedini di gamberone avvolti in pancetta croccante su salsa di zafferano. Non può mancare il cotechino con lenticchie, come da tradizione. E come dolce, pandoro con crema la mascarpone. Alla Rosa Gialla di San Michele di Ripalta Cremasca, invece, Carlo Gatti e la figlia Alessandra, come già avvenuto a Natale, proporranno un menù alla carta, con piatti sfiziosi.
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